Lavoro nero e infortuni, due temi strettamente intrecciati, dice la CSU che vuole dare voce ai lavoratori e alle loro testimonianze. Prevista la presentazione di un dossier sullo stato dei fatti in Repubblica. Sono dati confortanti che vedono in calo il numero degli infortuni, passati dai 1.124 del 1991 ai 614 del 2008. Resta invece troppo alto il prezzo pagato in vite umane. Negli anni 90 la media è stata di un morto ogni 12 mesi. Dal 2000 al 2010 i decessi sono stati 4, che pesano comunque come un macigno sulla coscienza civile. Si registra un incremento nelle visite ispettive. Da 309 del 2005 a 3.595 del 2009, ma anche un’impennata nel numero di chi lavora in nero che, nello stesso quadriennio, ha segnato 607 unità, toccando i 290 in più nei primi 8 mesi di quest’anno. Una crescita che, dice il sindacato, è dovuta alla crisi che attraversa l’economia.
La denuncia non si limita ai numeri e al riconoscimento di un maggior impegno nelle attività ispettive, ma riguarda anche l’azione del tribunale e il costo per le aziende che sfruttano i lavoratori. Da un lato, dicono, non regolarizzare il lavoro costa dai 150 ai 250 euro, sanzioni applicate dall’ispettorato ad entrambi i soggetti, dall’altro il tribunale amministrativo accoglie i ricorsi delle imprese sanzionate applicando una normativa che non risponde alla legge sammarinese, spesso inficiando l’azione ispettiva.
Myriam Simoncini
La denuncia non si limita ai numeri e al riconoscimento di un maggior impegno nelle attività ispettive, ma riguarda anche l’azione del tribunale e il costo per le aziende che sfruttano i lavoratori. Da un lato, dicono, non regolarizzare il lavoro costa dai 150 ai 250 euro, sanzioni applicate dall’ispettorato ad entrambi i soggetti, dall’altro il tribunale amministrativo accoglie i ricorsi delle imprese sanzionate applicando una normativa che non risponde alla legge sammarinese, spesso inficiando l’azione ispettiva.
Myriam Simoncini
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