Non solo frontalieri sottoposti a doppia tassazione, c’è anche il fenomeno al contrario, cioè i residenti a San Marino che lavorano in Italia o comunque hanno al di là del confine alcune proprietà. La novità è arrivata dal decreto Bersani-Visco del luglio 2006, quello – per intenderci – che ha portato in piazza i tassisti e provocato le serrate dei farmacisti. All’articolo 36, relativo alle disposizioni per l’individuazione della base imponibile, viene eliminata per i soggetti non residenti la "no tax area" - cioè ai redditi prodotti in Italia non vanno riconosciuti gli oneri deducibili - e che prevede, per i residenti, una base di 3 mila euro, ma che può arrivare fino a un massimo di 7 mila 500 euro. Una disposizione che si va ad aggiungere a quella già in vigore da qualche anno, per cui ai lavoratori stranieri non vengono riconosciute neppure le vecchie detrazioni per carichi familiari, la "no tax family". Una disposizione piuttosto rilevante che comprende non solo i soggetti italiani che risiedono all’ estero, per l’appunto in Repubblica, ma anche i cittadini stranieri, in questo caso sammarinesi, con rapporto di lavoro subordinato in Italia. Questi ultimi, esattamente come accade per i frontalieri impiegati a San Marino, si vedono penalizzati rispetto ai colleghi di lavoro all’interno della stessa attività. Per capire gli effetti del decreto bisognerà comunque aspettare il prossimo anno, all’atto della dichiarazione dei redditi per il 2006. I sindacati stanno facendo i primi conteggi, e, stando alla Cgil di Rimini, sono alcune centinaia tra sammarinesi e residenti, quelli che saranno toccati dalla manovra. Alcune imprese riminesi, dal momento dell’entrata in vigore della norma, hanno già applicato in busta paga le relative trattenute.
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