Per 25 consiglieri dell'opposizione la legge sviluppo era incostituzionale, demandava tutto ai decreti delegati, per loro era una sostanziale delega in bianco, ma il Collegio dei Garanti ha dato loro torto, respingendo il ricorso.
Un fatto è da segnalare: non si registrano né giudizi completamente positivi, né totalmente negativi. Si aspetta di verificare sul campo l'efficacia di questo decreto tanto atteso. “Il metodo di lavoro adottato dal Governo – afferma Carlo Giorgi dell'ANIS – è stato corretto. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con il Governo e discutere i contenuti del documento nel dettaglio. Nel merito ci aspettavamo di più, in particolare maggiore coraggio sulle liberalizzazioni. Ma alcune nostre richieste sono state accolte. Forse il decreto non sarà molto efficace, ma è necessario comunque promuoverlo nel modo giusto a livello internazionale”. Vedono il bicchiere mezzo vuoto, invece, OSLA, USC ed USOT. “Il settore turistico e commerciale – sostiene Giorgio Chiaruzzi, dell'organizzazione sammarinese degli imprenditori – a parole è definito strategico, ma la parte riguardante nel nostro settore è stata stralciata dal testo ed ha seguito una strada diversa, meno vincolante per le istituzioni. Le famose asticelle non sono state abbassate e restano ancora barriere protezionistiche”. Anche in ambito sindacale i pareri non sono uniformi. “Ho paura che lo sviluppo – dice Giuliano Tamagnini della CSDL – non si ottenga con un semplice decreto, ma creando le premesse per l'arrivo di investimenti importanti nel Paese. Non comunque nulla da ridire su questo provvedimento; bisogna provare a ripartire”. “Il problema – afferma Biordi, dell'USL – è che non c'è una visione di sistema. Sarebbe necessario fare squadra, e invece vengono privilegiati solo alcuni settori a scapito di altri. Ognuno focalizza l'attenzione sul particolare”.
Gianmarco Morosini
Un fatto è da segnalare: non si registrano né giudizi completamente positivi, né totalmente negativi. Si aspetta di verificare sul campo l'efficacia di questo decreto tanto atteso. “Il metodo di lavoro adottato dal Governo – afferma Carlo Giorgi dell'ANIS – è stato corretto. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con il Governo e discutere i contenuti del documento nel dettaglio. Nel merito ci aspettavamo di più, in particolare maggiore coraggio sulle liberalizzazioni. Ma alcune nostre richieste sono state accolte. Forse il decreto non sarà molto efficace, ma è necessario comunque promuoverlo nel modo giusto a livello internazionale”. Vedono il bicchiere mezzo vuoto, invece, OSLA, USC ed USOT. “Il settore turistico e commerciale – sostiene Giorgio Chiaruzzi, dell'organizzazione sammarinese degli imprenditori – a parole è definito strategico, ma la parte riguardante nel nostro settore è stata stralciata dal testo ed ha seguito una strada diversa, meno vincolante per le istituzioni. Le famose asticelle non sono state abbassate e restano ancora barriere protezionistiche”. Anche in ambito sindacale i pareri non sono uniformi. “Ho paura che lo sviluppo – dice Giuliano Tamagnini della CSDL – non si ottenga con un semplice decreto, ma creando le premesse per l'arrivo di investimenti importanti nel Paese. Non comunque nulla da ridire su questo provvedimento; bisogna provare a ripartire”. “Il problema – afferma Biordi, dell'USL – è che non c'è una visione di sistema. Sarebbe necessario fare squadra, e invece vengono privilegiati solo alcuni settori a scapito di altri. Ognuno focalizza l'attenzione sul particolare”.
Gianmarco Morosini
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