Un rinvio tecnico, un differimento dovuto alla necessità di espletare ulteriori approfondimenti. Così viene considerato l’esito del terzo incontro sulle sorti del Gruppo Delta, tenuto nella sede di Palazzo Koch. Un piccolo passo in avanti c’è stato e questo viene letto con moderata soddisfazione dal Presidente di Cassa di Risparmio, Leone Sibani, ma ancora restano da definire aspetti importanti. La partita è complessa; sul tavolo ci sono due questioni di peso: la ripartizione dei crediti, che una volta cartolarizzati, cioè ceduti a terzi, diventeranno titoli, e l’accettazione del piano industriale, che dovrà definire il futuro della nuova società che nascerà dalla dismissione di Delta.
Sulla prima questione si discute per la ripartizione di questi crediti , di conseguenza, dei rischi ad essi collegati. L’esposizione maggiore è quella di Cassa di Risparmio, per 1 miliardo e 600 milioni di euro, a seguire Barclays con 600 milioni, Banco Popolare per 200 milioni e altre 9 banche con importi oscillanti fra i 50 ed i 70 milioni. Chiedono uno sforzo maggiore a San Marino, di accollarsi un onere più consistente: la Cassa ribadisce la disponibilità ma entro precisi limiti, non oltre.
Tutti sanno che un punto d’incontro deve essere raggiunto e proseguono nelle trattative per definire al più presto una soluzione condivisa. Stando alle prime informazioni serve ancora qualche mediazione, probabilmente sul piano industriale presentato dagli advisor di Cassa di Risparmio. Si cerca di indicare con maggiore chiarezza quali saranno le attività che dovranno essere continuate dalla nuova company, dopo la cessione da parte di Delta di alcune società e alcuni rami d’azienda al gruppo Intesa San Paolo. La discussione no si è ancora conclusa ma si conta di poterla completare in tempi sufficientemente brevi e di arrivare presto alla soluzione finale.
Sergio Barducci
Sulla prima questione si discute per la ripartizione di questi crediti , di conseguenza, dei rischi ad essi collegati. L’esposizione maggiore è quella di Cassa di Risparmio, per 1 miliardo e 600 milioni di euro, a seguire Barclays con 600 milioni, Banco Popolare per 200 milioni e altre 9 banche con importi oscillanti fra i 50 ed i 70 milioni. Chiedono uno sforzo maggiore a San Marino, di accollarsi un onere più consistente: la Cassa ribadisce la disponibilità ma entro precisi limiti, non oltre.
Tutti sanno che un punto d’incontro deve essere raggiunto e proseguono nelle trattative per definire al più presto una soluzione condivisa. Stando alle prime informazioni serve ancora qualche mediazione, probabilmente sul piano industriale presentato dagli advisor di Cassa di Risparmio. Si cerca di indicare con maggiore chiarezza quali saranno le attività che dovranno essere continuate dalla nuova company, dopo la cessione da parte di Delta di alcune società e alcuni rami d’azienda al gruppo Intesa San Paolo. La discussione no si è ancora conclusa ma si conta di poterla completare in tempi sufficientemente brevi e di arrivare presto alla soluzione finale.
Sergio Barducci
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