“Domani e dopodomani torneremo al lavoro: lo facciamo per senso di responsabilità, per non penalizzare ulteriormente la clientela”. I dipendenti della Cassa di Risparmio in agitazione – riuniti questa mattina nella sede della CSU – hanno scelto una linea di apertura verso i vertici dell’istituto bancario: una sorta di fiducia a termine.
Per il momento resta dunque nel cassetto l’ipotesi iniziale di scioperare sino all’Epifania. Ma per il 2 gennaio è già stata fissata una nuova assemblea, durante la quale si verificherà la risposta della Banca e – se questa non sarà positiva – si proseguirà nella mobilitazione. L’obiettivo è difendere il fondo previdenziale sottoscritto nel 1978, che vede tra i beneficiari 40 pensionati ed oltre 60 bancari ancora in servizio.
“Un fondo chiuso – è stato detto nell’incontro – che l’istituto di credito ha unilateralmente sospeso, senza alcun tipo di confronto”. Il sindacato ha ricevuto mandato di difendere i diritti dei beneficiari in ogni sede. C’è da dire che non tutti i dipendenti CARISP hanno oggi aderito alla protesta. 12 filiali su 16 erano aperte.
“Ce lo aspettavamo – afferma Gianluigi Giardinieri, della FULCAS CSU – la banca, informata per tempo dell’iniziativa, ha cercato di riorganizzarsi smistando il personale - specialmente stagionali - nelle filiali più importanti; l’obiettivo – del resto - non era bloccare il servizio, ma inviare un segnale forte a chi di dovere. Allo sciopero hanno comunque aderito circa il 95% dei sottoscrittori del fondo e altri colleghi in segno di solidarietà”.
Lo stato di agitazione intanto non cessa; oltre all’assemblea del 2 gennaio, è stato fissato un incontro con tutti i dipendenti della banche sammarinesi. Il sindacato ritiene inoltre opportuno coinvolgere – in questa vicenda - le autorità di Governo.
Per il momento resta dunque nel cassetto l’ipotesi iniziale di scioperare sino all’Epifania. Ma per il 2 gennaio è già stata fissata una nuova assemblea, durante la quale si verificherà la risposta della Banca e – se questa non sarà positiva – si proseguirà nella mobilitazione. L’obiettivo è difendere il fondo previdenziale sottoscritto nel 1978, che vede tra i beneficiari 40 pensionati ed oltre 60 bancari ancora in servizio.
“Un fondo chiuso – è stato detto nell’incontro – che l’istituto di credito ha unilateralmente sospeso, senza alcun tipo di confronto”. Il sindacato ha ricevuto mandato di difendere i diritti dei beneficiari in ogni sede. C’è da dire che non tutti i dipendenti CARISP hanno oggi aderito alla protesta. 12 filiali su 16 erano aperte.
“Ce lo aspettavamo – afferma Gianluigi Giardinieri, della FULCAS CSU – la banca, informata per tempo dell’iniziativa, ha cercato di riorganizzarsi smistando il personale - specialmente stagionali - nelle filiali più importanti; l’obiettivo – del resto - non era bloccare il servizio, ma inviare un segnale forte a chi di dovere. Allo sciopero hanno comunque aderito circa il 95% dei sottoscrittori del fondo e altri colleghi in segno di solidarietà”.
Lo stato di agitazione intanto non cessa; oltre all’assemblea del 2 gennaio, è stato fissato un incontro con tutti i dipendenti della banche sammarinesi. Il sindacato ritiene inoltre opportuno coinvolgere – in questa vicenda - le autorità di Governo.
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