Si parte dalla riforma fiscale, che chiede di correggere nell’impostazione della pressione fiscale che attualmente penalizza i redditi più bassi. La Csdl chiede di agire su aliquote, detrazioni e tetti di deduzioni, senza dimenticare l’efficacia degli accertamenti. Sui contratti il dito è puntato ,in quello privato, sull’Anis che alza continuamente il prezzo. Il ruolo del governo – per il direttivo – è totalmente insufficiente, se non collaterale agli industriali. Per non parlare del contratto pubblico dove la controparte ha presentato proposte inaccettabili, sulla base del ricatto: c’è crisi quindi o si fa così o niente. La csdl promette iniziative di mobilitazione per respingere gli attacchi delle controparti e portare a casa i contratti. Bocciatura anche per la riforma del mercato del lavoro: il confronto è sui principi generali ma l esecutivo non ha presentato alcun articolato di legge. Frontalieri: visto il perdurare della tassa razzista il direttivo non esclude azioni legali alle corti europee e internazionali per i diritti dell’ uomo. E ancora: più sicurezza nei luoghi di lavoro. Ultimo, ma non meno importante, il referendum sulla scala mobile della Cdls: iniziativa che non convince il direttivo: è un modo per abdicare al ruolo del sindacato. Confermando la posizione espressa 4 anni fa, quando a presentarlo furono i fuoriusciti della Csdl.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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