L'esito del questionario sul bisogno occupazionale delle imprese conferma le nostre preoccupazioni. Lo scrive Unas ricordando che il 47% delle aziende sammarinesi - quelle che, proprio secondo il questionario hanno difficoltà a reperire personale in territorio - saranno pesantemente colpite dalla futura legge sullo Sviluppo. Il settore dell'Artigianato, puntualizza la nota, è tra i più interessati da questa novità poiché ha un alto ricorso alla manodopera d'oltre confine, vista la difficoltà a reperire personale già formato e specializzato sammarinese. Ad oggi, sottolinea il Presidente di Unas Loretta Menicucci, “le nostre imprese se non riescono a far fronte con rapidità all'esigenza di personale, rischiano di perdere gli investimenti fatti e di venire danneggiate in modo da compromettere la loro sopravvivenza”. Con le nuove normative, sostengono gli Artigiani, la tanto annunciata liberalizzazione del mercato del lavoro verrà di fatto impedita dalla barriera del maggior costo del lavoro frontaliero - equivalente quasi ad uno stipendio mensile in più all'anno a dipendente - interamente sulle spalle delle aziende. Strana la conclusione di Unas, replica la Segreteria al lavoro. E' proprio quanto emerso dal questionario – sottolinea Andrea Zafferani - che ci rafforza nel voler eliminare la burocrazia e la discrezionalità che oggi esistono nelle assunzioni, dando alle imprese la possibilità di procedere liberamente all’assunzione del personale necessario, facendo così risparmiare tempo, garantendo certezze e possibilità di adattarsi velocemente alle esigenze del mercato. Gli obiettivi, ricorda, sono tre: oltre a semplificare la vita delle imprese, si vogliono creare meccanismi che rendano conveniente l’assunzione di lavoratori sammarinesi o residenti che – rimarca Zafferani - è la nostra più grande priorità e favorire i processi di formazione interna. Per fare questo, il Segretario di Stato continua a ritenere molto più efficace un meccanismo basato sull’incentivazione economica. Se l'impresa infatti può essere interessata soprattutto al primo obiettivo, le priorità del Governo mirano a raggiungerli tutti e tre. Anche perchè, come racconta il questionario, solo il 32% delle imprese ha fatto svolgere qualche corso di formazione professionale al suo personale negli ultimi 2 anni e di questi corsi circa il 60% sono quelli obbligatori per legge. Insomma c’è molto da lavorare sulla formazione interna alle imprese e questo obiettivo, conclude Zafferani, non sarebbe mai raggiungibile semplificando semplicemente l’assunzione di frontalieri.
Sonia Tura
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