Dopo la bancarotta da record, la società attiva nei servizi finanziari a livello globale, rimborserà dal 17 aprile i creditori, cominciando a distribuire circa 65 miliardi di dollari, a fronte di richieste per oltre 300 miliardi. Lo scorso dicembre, infatti, il giudice fallimentare aveva approvato il piano di rimborso. Il crack del terzo colosso bancario statunitense avvenne inaspettatamente il 15 settembre del 2008, mandando in tilt i mercati. L’indice Dow Jones chiuse in ribasso di 500 punti, realizzando la più grande caduta dopo quella seguita agli attacchi dell’11 settembre.
Un fallimento che innescò una crisi finanziaria a livello globale e di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. A pesare oggi sui mercati europei ci sono i timori per la situazione in Grecia. Si teme infatti che piano di ristrutturazione del debito ellenico, condizione indispensabile per accedere al nuovo pacchetto d'aiuti da 130 miliardi di euro, non abbia successo. Per aderire al piano di swap del debito, i creditori privati hanno tempo solo fino a domani e il Governo ellenico minaccia di varare provvedimenti per costringere i creditori contrari ad aderire alla ristrutturazione. E a un giorno dalla scadenza dei termini, si allunga la lista di chi ha detto sì. Sono ben trenta le banche che hanno aderito all'operazione. Segnali positivi colti anche dal Commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, che si dice positivo. Ma senza il via libera, gli effetti per l'Europa potrebbero essere devastanti. Piazza Affari ha intanto sospeso a tempo indeterminato dalle negoziazioni i prestiti obbligazionari ellenici.
Ad Atene non si placano le proteste. Anche il comitato esecutivo della Federazione Nazionale dei Marittimi ha deciso di intraprendere una serie di mobilitazioni contro le misure del governo che riguardano il settore. Nel frattempo i movimenti sociali europei più attivi nella protesta contro la crisi economica hanno deciso di convocare “un'assemblea transnazionale” al Teatro Empros di Atene il 21 e 22 marzo.
Un fallimento che innescò una crisi finanziaria a livello globale e di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. A pesare oggi sui mercati europei ci sono i timori per la situazione in Grecia. Si teme infatti che piano di ristrutturazione del debito ellenico, condizione indispensabile per accedere al nuovo pacchetto d'aiuti da 130 miliardi di euro, non abbia successo. Per aderire al piano di swap del debito, i creditori privati hanno tempo solo fino a domani e il Governo ellenico minaccia di varare provvedimenti per costringere i creditori contrari ad aderire alla ristrutturazione. E a un giorno dalla scadenza dei termini, si allunga la lista di chi ha detto sì. Sono ben trenta le banche che hanno aderito all'operazione. Segnali positivi colti anche dal Commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, che si dice positivo. Ma senza il via libera, gli effetti per l'Europa potrebbero essere devastanti. Piazza Affari ha intanto sospeso a tempo indeterminato dalle negoziazioni i prestiti obbligazionari ellenici.
Ad Atene non si placano le proteste. Anche il comitato esecutivo della Federazione Nazionale dei Marittimi ha deciso di intraprendere una serie di mobilitazioni contro le misure del governo che riguardano il settore. Nel frattempo i movimenti sociali europei più attivi nella protesta contro la crisi economica hanno deciso di convocare “un'assemblea transnazionale” al Teatro Empros di Atene il 21 e 22 marzo.
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