L'Unione Europea tenta una nuova stretta contro l'evasione e l'elusione delle tasse tramite i paradisi fiscali, dopo il clamoroso risalto mediatico della mega inchiesta Offeshoreleaks. Il presidente di turno dell'Ecofin, l'irlandese Micheal Noonan, e il commissario Ue per la fiscalità, il lituano Algirdas Semeta, hanno annunciato di voler chiedere al consorzio internazionale giornalisti di Washington, che ha realizzato l'inchiesta, i nomi e i dettagli sui cittadini dell'Unione Europea coinvolti, per fornirli ai rispettivi Paesi membri e far avviare le eventuali procedure giudiziarie. Alla riunione saranno presenti anche i tecnici dei cinque Paesi che pur essendo terzi hanno accordi con l'Ue, ossia Svizzera, Andorra, Monaco, Liechtenstein e San Marino. Si potrebbero dunque rivedere anche i termini dell'intesa raggiunta sulla tassazione dei redditi da risparmio: in realtà già nel 2009 i ministri Ecofin avevano comunicato questa intenzione alle autorità del Titano, che non avevano mosso alcuna obiezione. Attualmente la tassazione, dopo l'accordo del 2004, è aumentata gradualmente fino al tetto del 35%, mantenendo un grado di riservatezza sui depositi degli stranieri, visto che lo scambio di informazioni si prevede solo in caso di frode fiscale e comportamenti analoghi. Ma le cifre sammarinesi non sono particolarmente significative: discorso diverso per la Svizzera, si parla di centinaia di miliardi di euro depositati, la metà dei quali apparterrebbe a investitori stranieri. L'Unione vorrebbe arrivare ad un totale scambio di informazioni o avvicinarsi il più possibile alla strategia aggressiva messa in campo dal presidente Obama, che di fatto elimina la riservatezza sui clienti statunitensi delle banche svizzere.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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