Inarrestabile euro. Il dollaro in caduta libera permette alla valuta europea di aggiornare, ancora una volta, il suo record storico a 1,364 sul biglietto verde. Ma per noi c’e’ poco da gioire. Il supereuro rende i nostri prodotti poco competitivi, frena le esportazioni, rallenta la ripresa economica e fa segnare un nuovo calo dei consumi. Gli imprenditori devono fare i conti con lo svantaggio competitivo della concorrenza avvantaggiata dal fatto di operare al di fuori della zona euro. I consumatori oramai tirano la cinghia su tutto. Sono le vendite dei prodotti alimentari le più penalizzate, quei prodotti che – guarda caso – viaggiano su ruote e devono fare i conti pure con il caro benzina. La grande distribuzione del Titano conferma il calo e parla di acquisti più oculati da parte dei sammarinesi, di corsa alle offerte e di un maggiore utilizzo della carta di credito verso fine mese per la paura cioè di non riuscire ad arrivare al prossimo stipendio con abbastanza soldi.
Tavole più austere dunque anche per i sammarinesi, sempre più restii a mettere mano al portafoglio. Nel carrello della spesa trovano meno posto l’acqua minerale, la birra, addirittura la frutta e la verdura. Ma a diminuire e’ anche la vendita dei prodotti non alimentari, con picchi negativi per alcuni settori come le calzature e l’abbigliamento. Lo straordinario incremento dei prezzi che, in alcuni settori ha preso la forma di una sorta di inflazione parallela, sta creando incertezza nei consumatori e, secondo gli economisti, la perdita di sicurezze si trasforma nel ceto medio in un vero e proprio timore: la paura di diventare poveri.
Tavole più austere dunque anche per i sammarinesi, sempre più restii a mettere mano al portafoglio. Nel carrello della spesa trovano meno posto l’acqua minerale, la birra, addirittura la frutta e la verdura. Ma a diminuire e’ anche la vendita dei prodotti non alimentari, con picchi negativi per alcuni settori come le calzature e l’abbigliamento. Lo straordinario incremento dei prezzi che, in alcuni settori ha preso la forma di una sorta di inflazione parallela, sta creando incertezza nei consumatori e, secondo gli economisti, la perdita di sicurezze si trasforma nel ceto medio in un vero e proprio timore: la paura di diventare poveri.
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