
Parla con una voce sola il sindacato sammarinese. Non solo chiedendo al Governo – in vista del riferimento in Commissione - di revocare la licenza alla “San Marino World”; ma più in generale sollecitando l'abrogazione della normativa sulle residenze fiscali non domiciliate. In una nota congiunta CSdL, CDLS e USL ricordano le precedenti proteste in piazza; oltre a parlare di rischi “soprattutto in termini reputazionali” e di elusione del fisco. La previsione di un'imposizione “del solo 5%” sui redditi prodotti in territorio, viene fra l'altro considerata – al netto della necessità di efficaci controlli - “uno schiaffo a tutti gli altri contribuenti”. Biasimate allora le circolari della Segreteria Esteri; ritenendo abbiano portato ad un ampliamento delle possibilità di ricorrere a tali fattispecie. La recente vicenda del sito della società riconducibile a Banuelos proverebbe ad avviso dei sindacati che “qualcuno contava davvero di sfruttare questa opportunità”, dipingendo il Paese come la “Monaco del Nord Italia”.
Nella nota si pone invece l'accento sugli “enormi sforzi” per cancellare la nomea di “paradiso fiscale”; il Titano – si sottolinea - “non deve neppure in apparenza risultare un rifugio per chi cerca solo vantaggi fiscali, magari per capitali non propriamente leciti”. A tutto campo l'intervento delle 3 sigle; che invocano l'abrogazione anche di un altro tipo di residenze, quelle dei “pensionati esteri”. Pur riconoscendo come l'inasprimento dei requisiti possa portare ad una contrazione delle richieste, rilevano infatti l'impatto sul “mercato degli affitti” oltre a segnalare “ulteriori paradossi”. Come le richieste di accesso, da parte di persone benestanti, al servizio mensa a prezzi calmierati. Infine un appello all'Esecutivo: “la priorità – viene rimarcato – non può essere il rendere appetibile il nostro sistema fiscale a chiunque, ma puntare su politiche che favoriscano l'economia reale”.