E’ in virtù della Convezione tra Italia e San Marino in materia di rapporti finanziari e valutari, che l’euro - dal 2002 - è la moneta corrente anche sul Titano. Il documento venne ratificato con il decreto numero 66 del 28 maggio del 1991; segretario agli interni, all’epoca, era Alvaro Selva, moneta circolante la lira. Il processo di unificazione europea era in atto e già si profilava l’ipotesi di una moneta unica: da qui, probabilmente, l’esigenza di mettere nero su bianco una convenzione di questo tipo.
Si dice che oggi l’Italia potrebbe, da un momento all’altro, togliere l’euro dalla circolazione in Repubblica. Non è così. Il decreto è chiaro: la convezione ha durata illimitata, salvo denuncia di una delle parti con preavviso minimo di 6 mesi. Di fondamentale importanza il punto 3 del documento: “La Repubblica di San Marino si impegna a recepire sostanzialmente nel proprio ordinamento la normativa valutaria italiana comprese le clausole di salvaguardia, adeguandolo con la tempestività richiesta dalle circostanze ai mutamenti dell’ordinamento valutario italiano prontamente comunicati alla controparte”. Con l’entrata in vigore dell’euro, tra i Paesi dell’Unione Europea, non fu necessaria – dunque – alcuna altra normativa: il decreto del ’91 comportava, in automatico, l’adozione dell’euro anche in Repubblica. La Convenzione, poi, regolava anche altri aspetti dei rapporti tra i due Paesi. Come l’impegno a non ostacolare – sotto il profilo valutario - il libero movimento di merci, servizi e capitali.
Gianmarco Morosini
Si dice che oggi l’Italia potrebbe, da un momento all’altro, togliere l’euro dalla circolazione in Repubblica. Non è così. Il decreto è chiaro: la convezione ha durata illimitata, salvo denuncia di una delle parti con preavviso minimo di 6 mesi. Di fondamentale importanza il punto 3 del documento: “La Repubblica di San Marino si impegna a recepire sostanzialmente nel proprio ordinamento la normativa valutaria italiana comprese le clausole di salvaguardia, adeguandolo con la tempestività richiesta dalle circostanze ai mutamenti dell’ordinamento valutario italiano prontamente comunicati alla controparte”. Con l’entrata in vigore dell’euro, tra i Paesi dell’Unione Europea, non fu necessaria – dunque – alcuna altra normativa: il decreto del ’91 comportava, in automatico, l’adozione dell’euro anche in Repubblica. La Convenzione, poi, regolava anche altri aspetti dei rapporti tra i due Paesi. Come l’impegno a non ostacolare – sotto il profilo valutario - il libero movimento di merci, servizi e capitali.
Gianmarco Morosini
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