Il celebre spot di fine anni ’80 annunciava l’abbattimento dei costi per le telefonate interurbane, prima frontiera verso la liberalizzazione del mercato. Ma mentre tutti sgomitano per aggiudicarsi nuove fette di un mercato ormai saturo con offerte sempre più vantaggiose, Wind ha deciso di applicare per tutte le chiamate da e verso San Marino la tariffa internazionale. Un vero salasso per tutti i frontalieri ma anche per i sammarinesi che devono comunicare con gli abbonati alla compagnia arancione. Dal 30 aprile, dunque, per chiamare l’Italia dalla repubblica di san marino gli utenti wind dovranno comporre il prefisso internazionale 0039.
attraverso il suo ufficio stampa, Wind ha fatto sapere che “nell’ottica della trasparenza abbiamo inviato ai nostri clienti dislocati nell’area vicina a san marino sms informativi in merito all’apertura del roaming. La tariffa per chiamare – spiegano dalla sede di Roma – è di 20 centesimi al minuto più 16v centesimi di scatto alla risposta. Tutte le chiamate ricevute invece saranno conteggiate con una tariffa di 13,2 centesimi al minuto. Gli sms costano 13 centesimi mentre gli mms un euro e venti centesimi.
Secondo i gestori sammarinesi, però, sono ancora troppe le compagnie italiane che approfittano della vicinanza con l’italia per agganciarsi al segnale dei ripetitori. Di fatto, sono compagnie presenti sul territorio ma che non pagano la concessione governativa.
Stefano Caliciuri
attraverso il suo ufficio stampa, Wind ha fatto sapere che “nell’ottica della trasparenza abbiamo inviato ai nostri clienti dislocati nell’area vicina a san marino sms informativi in merito all’apertura del roaming. La tariffa per chiamare – spiegano dalla sede di Roma – è di 20 centesimi al minuto più 16v centesimi di scatto alla risposta. Tutte le chiamate ricevute invece saranno conteggiate con una tariffa di 13,2 centesimi al minuto. Gli sms costano 13 centesimi mentre gli mms un euro e venti centesimi.
Secondo i gestori sammarinesi, però, sono ancora troppe le compagnie italiane che approfittano della vicinanza con l’italia per agganciarsi al segnale dei ripetitori. Di fatto, sono compagnie presenti sul territorio ma che non pagano la concessione governativa.
Stefano Caliciuri
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