E’ stato siglato ieri pomeriggio il contratto industria. E’ l’epilogo di una vertenza estenuante, di un lungo braccio di ferro tra sindacato e associazioni di categoria. Dopo l’ennesimo stop di sabato la trattativa non si era fermata, e ieri – al termine di febbrili trattative – era stato elaborato un protocollo aggiuntivo: un’integrazione – all’ultima proposta del Governo – che ha permesso di sbloccare la situazione. Il nuovo documento contiene una serie di aggiustamenti su temi quali assunzioni a termine, lavoro interinale e frontalierato. Previsto anche un lieve ritocco della parte economica: per i prossimi 3 anni l’aumento sarà del 2,65%, il quarto anno del 2,55%. Il protocollo aggiuntivo ha convinto i delegati della federazione industria – al termine dell’attivo dei quadri - a dare l’OK per la firma. 131 i voti favorevoli, 17 quelli contrari. Sorpresa – invece – per il mancato perfezionamento del documento riguardante l’Unione degli Artigiani. Il sindacato – quando tutto sembrava pronto per la firma - ha sottolineato delle differenze tra il contratto riguardante Anis e Osla e quello dell’Unas. Differenze sui temi delle assunzioni nominative, del tempo determinato e del fondo servizi sociali. I vertici dell’Unas hanno affermato che queste particolarità erano state ribadite durante l’intera trattativa; i rappresentanti dei lavoratori hanno obiettato dicendo che tale trattamento differenziato non era mai stato accettato. La mancata firma da parte dell’associazione artigiani ha spinto l’Osla a firmare il contratto con la clausola della validità limitata ai soli associati dell’industria. Resta comunque la soddisfazione – da parte delle varie parti – per la conclusione della trattativa riguardante il settore industria.
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