Invoca l’unità dei sindacati per far leva, insieme, sugli Stati affinché muovano verso norme di maggior rispetto dei diritti dei lavoratori frontalieri. Il Segretario Generale della Cgil, Guglielmo Epifani, chiude la manifestazione nazionale: una giornata di lavori fitta di interventi sul tema del frontalierato alla luce dell’allargamento prossimo dell’Europa a 25 paesi. Si parte dai dati: sono 55mila i lavoratori frontalieri in Italia: oltre 5000 a San Marino, la più alta percentuale in Svizzera, dove sono 44mila, poi Francia, Principato di Monaco, Vaticano, oltgre al frontalierato di ritorno da parte di Slovenia e Croazia verso l’Italia. Si fotografa l’esistente dal lato normativo – lo ha fatto Antonio Panzieri, Responsabile del Segretariato Europa della CGIL – guardando alla Carta Costituzionale europea sottolinea le incertezze normative sui diritti dei frontalieri, in senso ampio, dal riconoscimento del titolo di studio alle norme su disoccupazione, assitenza, previdenza, sicurezza sociale. E’ poi stata la volta delle testimonianze. E’ Claudio Pozzetti, coordinatore CSI – Frontalieri della CGIL, a narrare l’esperienza della Svizzera: un esempio per progressi raggiunti in termini di tutele per i frontalieri. Soprattutto, la testimonianza di un frontaliere sul Titano, Gino Sammarini che invece messo in luce le carenze nel garantire diritti fondamentali, dalla parità contrattuale al trattamento fiscale.
Frontalieri a San Marino: 5300 a giugno 2003; per i 2/3 uomini. La fotografia viene dall’intervento del Segretario Generale Csdl, Giovanni Ghiotti. Ribadisce le priorità già contenute nella carta di San Leo del 1999. 1) Un coordinamento tra le amministrazioni dei due paesi, Italia e San Marino, per dare riconoscimento di risorsa economica e sociale al lavoro dei frontalieri. 2) Ripertura del confronto sulle problematiche fiscali, alla luce dell’accordo di cooperazione definito con l’Italia due anni fa. 3) Poi il discorso contrattuale e retributivo con la definizione di meccanismi che portino a superare il regime contrattuale del tempo determinato e l’attuazione di amortizzatori sociali in caso di perdita del posto di lavoro.
Una richiesta pressante da parte della Csdl al Governo del Titano: la messa in pratica dell’accordo di cooperazione con l’Italia, soprattutto dell’art. 20 che definisce la parità di trattamento tra i lavoratori di diversa residenza. Davanti alla platea della Cgil Ghiotti annuncia nuovamente la visita, attesa per le prossime settimane, di una delegazione della Commissione dell’Unione Europea proprio per affrontare la situazione dei frontalieri sul Titano.
Frontalieri a San Marino: 5300 a giugno 2003; per i 2/3 uomini. La fotografia viene dall’intervento del Segretario Generale Csdl, Giovanni Ghiotti. Ribadisce le priorità già contenute nella carta di San Leo del 1999. 1) Un coordinamento tra le amministrazioni dei due paesi, Italia e San Marino, per dare riconoscimento di risorsa economica e sociale al lavoro dei frontalieri. 2) Ripertura del confronto sulle problematiche fiscali, alla luce dell’accordo di cooperazione definito con l’Italia due anni fa. 3) Poi il discorso contrattuale e retributivo con la definizione di meccanismi che portino a superare il regime contrattuale del tempo determinato e l’attuazione di amortizzatori sociali in caso di perdita del posto di lavoro.
Una richiesta pressante da parte della Csdl al Governo del Titano: la messa in pratica dell’accordo di cooperazione con l’Italia, soprattutto dell’art. 20 che definisce la parità di trattamento tra i lavoratori di diversa residenza. Davanti alla platea della Cgil Ghiotti annuncia nuovamente la visita, attesa per le prossime settimane, di una delegazione della Commissione dell’Unione Europea proprio per affrontare la situazione dei frontalieri sul Titano.
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