I numeri devono cominciare a contare e i frontalieri devono partecipare di più. Gino Sammarini, da sempre impegnato in prima persona nel comitato che rappresenta i lavoratori forensi occupati in Repubblica commenta l’assemblea di mercoledì e anticipa a breve, la convocazione del comitato per individuare le strade da percorre, per sfondare – dice – almeno con la prossima finanziaria. Per il 2003-2004, commenta Sammarini. Non c’è più nulla da fare, ma questo non significa che ci dobbiamo arrendere. E non mollare è proprio la parola d’ordine uscita, chiara e forte, dall’assemblea dei frontalieri. La Centrale Sindacale Unitaria e il comitato frontalieri hanno infatti lanciato nuove proposte sia sul fronte fiscale che su quello dei diritti. In particolare il sindacato guarda al tavolo tecnico aperto nei giorni scorsi alla Farnesina, dove le delegazioni dei due Stati si sono lasciate con l’impegno di rivedersi entro il 9 luglio per discutere una proposta complessiva su fisco, precarietà e aspetti sanitari dei lavoratori italiani occupati sul Titano. Questo progetto dovrà essere presentato dal governo sammarinese e per questo il sindacato insiste e rilancia, invitando il Congresso di Stato e tutte le associazioni economiche e imprenditoriali a definire insieme una “proposta-frontalieri” complessiva. Tre i punti chiave su cui sviluppare l’azione: primo, far uscire la doppia tassazione dalla finanziaria e approvare in tempi brevi una legge ordinaria, così come previsto dalla convenzione bilaterale del 2002 e con abbattimenti molto più sostanziosi degli 8mila euro attualmente previsti. Secondo, invitare il governo sammarinese a riconsiderare completamente la quota di 170 euro mensili che l’ISS deve versare all’Italia per ogni frontaliere occupato in Repubblica. Dal momento che i lavoratori di confine devono cominciare a pagare le tasse anche in Italia, sottolineano CSU e comitato, è fin troppo chiaro che il rimborso sanitario si è trasformato in una anomalia ingiustificabile. La proposta è dunque quella di non versare più questi soldi allo Stato italiano, ma di utilizzarli per attenuare il peso della fiscalità. Terzo ed ultimo, parificare il trattamento normativo e contrattuale tra lavoratori sammarinesi e frontalieri, trasformando i rapporti di lavoro a tempo indeterminato per tutti.
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