In attesa della manifestazione contro la doppia tassa prevista per il primo ottobre che dovrebbe portare a Roma migliaia di lavoratori, la protesta dei frontalieri sammarinesi potrebbe allargarsi. In questi giorni si stanno infatti aprendo contatti con altre associazioni di impiegati in altri Paesi. In particolare l’associazione che rappresenta gli italiani impiegati in Francia. Un interesse che insieme all’esistenza dei comitati nelle varie realtà dove si è sviluppato il fenomeno frontalieri evidenza come i problemi siano comuni. I frontalieri di Francia sono pochissimi se paragonati alla pattuglia di 35 mila persone che ogni giorno varcano i confini svizzeri, ai 5500 impiegati sul Titano ai 5000 del Vaticano e ai circa 3500 occupati nel Principato di Monaco. Pochi ma interessati e decisi a organizzare forse un unico comitato. Potrebbe quindi nascere un blocco più compatto e allargato di lavoratori che hanno come denominatore comune lo status di frontalieri. Lo scopo principale, per ora, è mettere a punto e formulare una comune proposta da presentare al governo italiano, ma non è l’unico argomento che accomuna i frontalieri. In evidenza anche le differenze di legislazioni nazionali sulla sicurezza sociale, l’assistenza sanitaria per i famigliari, la mancanza di informazioni corrette tra le amministrazioni nazionali competenti.
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