Da gruppo in protesta a gruppo ai vertici dell'Ente. Il Comitato “no fusione”, dopo essersi opposto all'ipotesi di aggregazione con Cassa di Risparmio, all'ultima assemblea ha conquistato l'intero consiglio di amministrazione dell'organizzazione. Tutti i cinque componenti, tra cui il nuovo presidente Giuseppe Guidi, prevengono dal comitato. Ora si apre una fase nuova e “va tracciata la linea”, come spiegano da ambienti interni all'Ente.
Nei prossimi giorni i nuovi eletti parteciperanno a una serie di incontri con figure legate a Banca di San Marino. Nell'ultima assemblea dei soci è stata resa nota anche l'interruzione del rapporto con Domenico Lombardi, direttore e amministratore delegato della banca, nonché presidente di Abs. Pure su questo fronte gli scenari sono indefiniti: si parla di un'”uscita non serena” che potrebbe anche finire in tribunale. Quel che è venuto meno, afferma chi è aggiornato sulla questione, è l'incarico di Lombardi come direttore.
Resta amministratore, ma su questo deciderà la prossima assemblea degli azionisti nella quale l'Ente ha un forte peso. Di recente il Comitato “no fusione” aveva definito quella di Lombardi una “principesca retribuzione” parlando di un costo lordo per l'azienda compreso tra 900mila e 1 milione di euro all'anno. Nella cifra sono inclusi, ad esempio, tassazione, contributi e benefit.
Banca di San Marino, da noi contattata per una replica, non rilascia commenti. Bocche cucite anche nell'Associazione bancaria sammarinese. All'interno del comparto c'è chi sostiene che l'eventuale chiusura definitiva dei rapporti con Lombardi porterebbe a una decadenza anche da presidente di Abs. Nel frattempo, i nuovi vertici dell'Ente cassa si preparano a trovare strategie per Banca di San Marino. Una soluzione di “sistema” con altre banche sane, al momento, non è esclusa.
mt
Nei prossimi giorni i nuovi eletti parteciperanno a una serie di incontri con figure legate a Banca di San Marino. Nell'ultima assemblea dei soci è stata resa nota anche l'interruzione del rapporto con Domenico Lombardi, direttore e amministratore delegato della banca, nonché presidente di Abs. Pure su questo fronte gli scenari sono indefiniti: si parla di un'”uscita non serena” che potrebbe anche finire in tribunale. Quel che è venuto meno, afferma chi è aggiornato sulla questione, è l'incarico di Lombardi come direttore.
Resta amministratore, ma su questo deciderà la prossima assemblea degli azionisti nella quale l'Ente ha un forte peso. Di recente il Comitato “no fusione” aveva definito quella di Lombardi una “principesca retribuzione” parlando di un costo lordo per l'azienda compreso tra 900mila e 1 milione di euro all'anno. Nella cifra sono inclusi, ad esempio, tassazione, contributi e benefit.
Banca di San Marino, da noi contattata per una replica, non rilascia commenti. Bocche cucite anche nell'Associazione bancaria sammarinese. All'interno del comparto c'è chi sostiene che l'eventuale chiusura definitiva dei rapporti con Lombardi porterebbe a una decadenza anche da presidente di Abs. Nel frattempo, i nuovi vertici dell'Ente cassa si preparano a trovare strategie per Banca di San Marino. Una soluzione di “sistema” con altre banche sane, al momento, non è esclusa.
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