Tempi duri per il premier greco. Se ieri l'ex braccio destro – ed ora implacabile accusatore – Yanis Varoufakis, aveva paragonato il recente summit europeo al golpe dei Colonnelli del '67, oggi ha parlato dell'accordo sulla Grecia come di un “nuovo Trattato di Versailles”. Intanto prosegue, inarrestabile, l'emorragia di esponenti dell'Esecutivo: a stretto giro si sono dimessi prima il vice ministro alle finanze Nantia Valavani, poi il segretario generale del ministero dell’Economia Manos Manousakis. Proprio lui avrebbe dovuto sostituire alla presidenza del Parlamento, questa sera, la pasionaria Zoe Konstantopoulou, che ha confermato il suo “no” alle misure di austerità. Il primo pacchetto, da approvare entro la mezzanotte di oggi, con tutta probabilità passerà grazie all'apporto decisivo delle opposizioni filo-UE. Si va verso un massiccio rimpasto di Governo, insomma. Un altro duro colpo alla credibilità politica di Tsipras. Syriza è nel caos: 109 membri del comitato centrale su 201 si sono detti contrari all'accordo, definito – senza mezzi termini - un colpo di Stato. Tutto questo mentre il Paese è bloccato da una raffica di scioperi: dipendenti pubblici, metro e farmacie. Situazione esplosiva, insomma, che preoccupa lo stesso Fondo Monetario Internazionale. “I rischi di nuovi stress nell'area euro – avverte l'FMI - sono aumentati”. Un report interno, inoltre, giudica insostenibile il debito greco e non è escluso un “no” al piano di salvataggio
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