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I commercianti bocciano la legge sul consumo, "inutili sovrastrutture". Righi: "Considerazioni generiche e strumentali"

Usc contro il progetto di legge della Segreteria Industria, che ricorda il confronto con le categorie da cui è scaturito un testo "concordato"

di Monica Fabbri
9 giu 2022

I Commercianti non ci stanno. La Legge sul Consumo proprio non piace all'Usc, che boccia l'ipotesi di nuove e inutili sovrastrutture, “quando non si ha neppure la volontà – accusa - di valutare le necessità dell'economia reale”. Se da una parte rileva l'intenzione della Segreteria competente di una totale liberalizzazione, dall'altra punta il dito contro l'assenza di accordi con l'Italia sugli interscambi economici. Ribadisce quindi la sua forte contrarietà ad una legge “che non regolamenta nulla di concreto e totalmente inapplicabile”.

Ritiene inaccettabile, poi, che le aziende non vengano considerate come consumatori, e accusa il progetto di legge di essere arcaico e non allineato alle normative europee. Infine – accusa - “non tutela il consumo nel suo insieme”, dato che non cita, ad esempio, le banche. L'Unione commercianti dice no anche all'istituzione di un'Authority e di una “Camera di Conciliazione”, ritenendole ennesime e dispendiose sovrastrutture. Deleterio sperperare risorse in tempi di “casse vuote”. E in un sistema “malato e oneroso” - avverte - servirà a ben poco la partecipazione di vari soggetti in commissioni che continuano a non avere competenze sulla realtà economica del paese. Porre bandierine – continua - non aggiusterà il nostro sistema che deve essere rivisto dalle fondamenta e, per fare questo, sono necessarie capacità e competenze. Infine, si chiede con quale logica sia stata proposta da una parte la liberalizzazione del mercato attraverso il ripristino delle “concessioni di licenze e società non identificabili”, mentre dall'altra si vuole entrare a gamba tesa su un libero mercato con una legge sul consumo".

Il Segretario Fabio Righi, però, non ci sta. Si dice stupito, ritiene il comunicato scorretto, “in ragione del fatto – spiega – che vengono riportate considerazioni che fanno parte di una missiva arrivata proprio in seguito all'invio di una prima bozza del testo, al quale sono seguiti una serie di confronti. Pomeriggi interi, punto per punto, articolo per articolo, momenti in cui l'associazione ha avuto modo di esprimere tutte le sue considerazioni. Il testo che ne è uscito è stato concordato con tutte le categorie economiche. Quindi le considerazioni riportate mi sembrano piuttosto strumentali, oltre che generiche”. In merito all'accusa di un non allineamento alla normativa europea, “peccato che il testo – rimarca Righi - sia stato visionato dall'Ufficio Affari europei, proprio per garantire questo aspetto. Sono regole che comunque già vengono applicate per interagire con i principali mercati internazionali”. Poi, la stoccata finale: “Trovo che siano considerazioni che mal si conciliano con una parte tecnica di un'associazione, sembra quasi di dover replicare ad una parte politica”.





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