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In due anni 136 nuovi debitori dello Stato. Csdl attacca: “Carenze nei controlli e riscossioni”

La replica di Gatti e Righi: "Le verifiche sono accurate e veloci"

11 mag 2024

13 milioni di euro per il 2022, 8 milioni per il 2023. E' il debito complessivo nei confronti dello Stato e dell'Iss di chi non ha pagato monofase, IGR e contributi. Le nuove anagrafiche registrate sono rispettivamente 83 e 53. Numeri snocciolati da Csdl, che rileva come tra i grandi debitori non ci siano solo società, ma anche persone fisiche, verosimilmente titolari di attività economiche. Tra il 2022 e il 2023 – emerge nell'analisi illustrata da Simona Zonzini -, 10 nuove anagrafiche sono concessionarie e autonoleggi: da sole hanno accumulato un debito di quasi 2 milioni e 600mila euro.

“I controlli per concedere le licenze – replica il segretario all'Industria Fabio Righi – sono anche più penetranti rispetto all'Italia. Non vengono prese in considerazione persone con fedina penale sporca o sprovviste dei requisiti. Le verifiche a monte sono efficaci e si articolano in tre passaggi e relativi controlli: istituti bancari, commercialista e avvocato, ai quali si aggiunge l'Ufficio attività economiche”.

L'analisi di Csdl prende in esame anche il tempo di vita delle aziende e cita in particolare due casi, sempre legati a concessionarie e autonoleggi, aperti per nemmeno un anno: il buco lasciato da ciascuno si aggira sui 400mila euro. Ultimo elemento preso in esame sono le ragioni di cessazione delle attività: la maggior parte va in liquidazione volontaria. “In alcuni casi – sottolinea il sindacato – non hanno pagato nemmeno i dipendenti e sono fallite su istanza dei lavoratori, sostenuti dalla Csu. Perché queste attività – si chiede - non vengono fermate prima che accumulino debiti così consistenti?”.

Alla base del problema, ipotizza Csdl, potrebbero esserci carenze nei controlli e nelle riscossioni nei tempi dovuti. “Occorre concordare le dilazioni – precisa – solo se l'azienda può effettivamente garantire che i debiti vengano saldati, altrimenti queste imprese dovrebbero essere messe in liquidazione d’ufficio”. “Se guardiamo ai volumi generati dagli oltre 5mila operatori economici con tasse, contributi e bollette – risponde il segretario alle Finanze Marco Gatti –, gli incassi probabilmente si avvicinano al miliardo di euro. Le inadempienze sono dunque percentualmente ed anche nominalmente al di sotto degli altri Paesi dell'Ue e questa è la migliore dimostrazione che i nostri controlli funzionano, così come le esecuzioni. Sulle riscossioni gli uffici sono migliorati nella celerità, nel rispetto dei tempi di legge. Anche nel settore delle auto i nostri interventi sono stati tempestivi. Si può e si deve sempre migliorare – conclude -, ma lo Stato è presente”.





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