A marzo il tasso di disoccupazione, rilevato dall'Istat, è cresciuto di 0,2% percentuali al 9,8%, con una progressione, su base annua di 1,7 punti base. E' il livello più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili) e dal terzo trimestre del 2000 guardando le serie trimestrali. Ma, soprattutto, viene confermato il trend di crescita già notato da Eurostat, l'agenzia statistica dell'Unione europea. Secondo Bruxelles, infatti, i senza lavoro in Italia erano l'8,1% a febbraio 2011 e l'8,9% alla fine dello scorso anno per sfondare la quota del 9% a gennaio. A preoccupare è, soprattutto, la disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) a marzo è volata al 35,9%, in aumento di due punti percentuali su febbraio. E' il tasso più alto dal gennaio 2004 (inizio delle serie storiche mensili), ma guardando le serie trimestrali è il più alto dal quarto trimestre 1992. Il numero dei disoccupati, pari a 2,506 milioni di persone, aumenta del 2,7% rispetto a febbraio mentre su base annua si registra una crescita del 23,4%. L'allargamento dell'area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,3% (-40mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona così al 36,7%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,1 punti su base annua.
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