“Stiamo facendo tutto il necessario per avvicinare domanda ed offerta di occupazione in Repubblica”. Parola di Loris Francini. Il Direttore dell'Ufficio del lavoro riconosce che – in alcuni casi – può esserci, sul Titano, carenza di figure altamente specializzate. “Ma ci sono aziende – afferma – che anziché attingere dalle province limitrofe hanno organizzato percorsi di formazione di personale sammarinese, che in parte possono essere finanziati dallo Stato. Molte volte è sufficiente un po' di buona volontà; poco tempo fa ad esempio – continua Francini – è stato realizzato un corso per saldatori professionali, dei quali vi era grande necessità. Ma su un punto la nostra legge è chiara: se c'è disponibilità, nelle nostre liste di collocamento, non ci si può rivolgere altrove”. Tutto ciò non placa il malumore di alcuni imprenditori. Un ristoratore di Città, ad esempio, segnala di aver tentato a lungo di trovare un aiuto cuoco sammarinese. “In molti casi non si sono presentati per il colloquio; altre volte mi hanno addirittura riso in faccia, e così via”. “Quanto ai cuochi su 12 in lista nessuno era disponibile; lavorano tutti in Italia in nero e prendono la disoccupazione a San Marino”. Così questo imprenditore, che preferisce mantenere l'anonimato; che afferma anche di aver atteso 2 mesi l'autorizzazione ad assumere un pizzaiolo italiano. “E' vero – conferma Francini – al momento pizzaioli non ne abbiamo, ma il relativo corso è già iniziato, e comunque in questo settore gli operatori possono anche utilizzare la legislazione sul lavoro occasionale e saltuario”. Infine una puntualizzazione. “Non è vero che i sammarinesi vogliono avere i festivi liberi, e che rifiutano certi lavori; sono cose ormai fuori dalla realtà” considerato anche il periodo di crisi
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