L’elemento più significativo dell’indagine per Francesco Mussoni è la tenuta dell’occupazione dei cittadini sammarinesi. 6.605 quelli che lavorano nel settore privato, 17 in più dal settembre 2011. Tuttavia, la crisi pesa su un’altra categoria di lavoratori: i frontalieri. 341 in meno in un anno, “diretta conseguenza degli interventi legislativi messi in campo a supporto dell’occupazione sammarinese – spiega il Segretario al Lavoro – e la generale riduzione delle attività. Nonostante tutto, però, il sistema sammarinese riesce a garantire lavoro a 14.904 persone nel privato, che diventano 18.967 se si sommano i dipendenti pubblici.
La disoccupazione, tuttavia, è in aumento, seppur senza picchi di rilievo: il tasso si attesta al 5,38%. 1.042 i disoccupati effettivi. Per quanto riguarda la mobilità, 483 al momento i lavoratori che ne sono sottoposti, a fronte del dato complessivo del 2010 che era di 700 unità; poco meno nel 2011. Positivo l’andamento delle ingiunzioni, 124, in calo rispetto agli ultimi due anni. C’è dunque una maggiore propensione delle aziende a stare in regola, disincentivando il lavoro nero. La ripresa secondo Mussoni viaggia comunque su un doppio binario: rigore (e tenuta dei conti pubblici) e sviluppo, creando i presupposti per l’ampliamento delle nuove attività economiche e gli investimenti. Commercio, industria e parco scientifico tecnologico, i settori chiave su cui puntare. Prospettive da costruire – aggiunge – dopo tre anni di riorganizzazione, partendo però da un elemento assodato, ovvero la firma dell’accordo con l’Italia contro le doppie imposizioni, lo scorso giugno. Un fatto che cambia la percezione del nostro Paese all’esterno e presuppone l’uscita a breve dalla black list”.
Silvia Pelliccioni
La disoccupazione, tuttavia, è in aumento, seppur senza picchi di rilievo: il tasso si attesta al 5,38%. 1.042 i disoccupati effettivi. Per quanto riguarda la mobilità, 483 al momento i lavoratori che ne sono sottoposti, a fronte del dato complessivo del 2010 che era di 700 unità; poco meno nel 2011. Positivo l’andamento delle ingiunzioni, 124, in calo rispetto agli ultimi due anni. C’è dunque una maggiore propensione delle aziende a stare in regola, disincentivando il lavoro nero. La ripresa secondo Mussoni viaggia comunque su un doppio binario: rigore (e tenuta dei conti pubblici) e sviluppo, creando i presupposti per l’ampliamento delle nuove attività economiche e gli investimenti. Commercio, industria e parco scientifico tecnologico, i settori chiave su cui puntare. Prospettive da costruire – aggiunge – dopo tre anni di riorganizzazione, partendo però da un elemento assodato, ovvero la firma dell’accordo con l’Italia contro le doppie imposizioni, lo scorso giugno. Un fatto che cambia la percezione del nostro Paese all’esterno e presuppone l’uscita a breve dalla black list”.
Silvia Pelliccioni
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