Un richiamo forte era venuto di recente anche dal deputato riminese del PD, Tiziano Arlotti, nel muovere critiche alla bozza del provvedimento per lo sviluppo tornava a chiedere la ripresa del processo di stabilizzazione dei lavoratori frontalieri. Lo Csir torna a puntualizzare, guardando nuovamente al progetto di legge per lo sviluppo, indicando nella stabilizzazione il vero nodo da sciogliere. Lo ha ribadito il Presidente, Ivan Toni (in scadenza – a breve l'assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche), che ospite della nostra testata Tg Economia, nei giorni scorsi, ribadisce: “Quello che contestiamo ai progetto di sviluppo – e siamo in attesa di vedere le modifiche che ci hanno detto siano state apprtate – non è tanto la proposta di diversificazione dei contributi o del costo del lavoro sulla base della residenza del lavoratore – che reputiamo insostenibile. Piuttosto, guardiamo con preoccupazione al fatto che il processo di stabilizzazione non sia ancora ripartito. Un processo bloccato dal 2011, senza alcun motivo”. Torna a spiegare la ragione di quel provvedimento: “introdotto e vincolato – dice – alla permanenza di San Marino in black-list, mentre ne siamo fuori da un pezzo”. Una situazione da sbloccare e per la quale annuncia iniziative che andranno dal coinvolgimento degli stessi lavoratori, attraverso una raccolta firme, ma anche azioni di sensibilizzazione verso il governo italiano perché faccia maggiore pressione sul governo sammarinese.
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