A distanza di qualche giorno dalla consegna dell'ultima bozza sullo sviluppo, le associazioni degli industriali e degli artigiani escono con una posizione ufficiale dai toni pungenti. “Un Pdl – sostiene Anis– che al contrario lo sviluppo lo frena. Il provvedimento ricalca nella sostanza la prima versione, salvo piccole e ininfluenti modifiche – puntualizza l'Assoindustria – è disarticolato, confuso e di difficile applicazione. Vede una riduzione consistente degli attuali incentivi legati all'occupazione – aggiungono - e, contestualmente, un incremento del costo del lavoro a fronte della liberalizzazione dell'assunzione dei frontalieri. Anis, infine, stigmatizza la scelta del Governo di non prevedere interventi per l'erogazione degli ammortizzatori sociali a disoccupati e lavoratori in mobilità, penalizzando semmai solo le imprese che assumono. La richiesta – ricordano – era di rimodulare gli ammortizzatori in base alla durata e al reddito familiare. E ci si aspettava – concludono – l'introduzione dell'ISEE, l'Indicatore di Situazione Economica Equivalente e non l'aumento delle aliquote contributive per le aziende che vogliano assumere personale”. Unas, sulla stessa lunghezza d'onda, incalza: “Perché penalizzare le piccole imprese?”. Alla base del disappunto degli artigiani, la concessione di licenze individuali a stranieri invece di sostenere – dicono - coloro che fossero interessati a start up di una certa levatura; a ciò – lamentano – si aggiunge un approccio discriminatorio sulla base della dimensione delle stesse aziende artigianali, in totale 2200 con un numero di occupati compreso tra 1 e 5 dipendenti, ma capaci di offrire lavoro a 4400 persone. In generale l'auspicio è la possibilità di un confronto aperto, nonostante il testo sia già stato depositato in prima lettura.
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