Non coglie di sorpresa le banche sammarinesi la nuova direttiva Ecofin, che impone la caduta del segreto bancario a partire dal primo gennaio 2011 e lo scambio automatico di informazioni entro il 2015; la considerano una strada obbligata, in virtù anche delle convenzioni e degli accordi che il Titano è pronto a stipulare con la vicina Repubblica Italiana. “Lo spirito della posizione Ecofin – spiega il direttore di Banca di San Marino, Vincenzo Tagliaferro - aleggiava già nell’impostazione delle cose che si stanno facendo a San Marino, dei passi verso una sempre maggiore trasparenza”. Tagliaferro è anche il Vice Presidente dell’ABS, l’associazione delle banche sammarinesi, e a nome di tutti gli istituti di credito che operano in Repubblica, chiede però che si faccia maggiore chiarezza. “A noi interssa stabilire – dichiara – quale sia il principio ispiratore del provvedimento. Se cioè questo si collochi in linea con quanto indicato dall’Ocse, che prevede di tutelare, in parte, il principio della riservatezza. In assenza di questi chiarimenti – aggiunge – le disposizioni rischierebbero un conflitto di coerenza”. Tagliaferro ricorda quanto i problemi di carattere fiscale siano forti per tutti i Paesi, i passi compiuti a San Marino e come la lotta all’evasione sia oramai conclamata: Si tratta solo – afferma – di capire a quali regole dobbiamo attenerci e comportarci di conseguenza”. Ma il punto più spinoso resta quello del rapporto con l’Italia. Il Vice Presidente dell’ABS mette in evidenza la necessità di capire, al più presto, se lo Stato italiano intenda rimettere la struttura bancaria e finanziaria sammarinese in condizione di poter operare, con un sistema – aggiunge - che non abbia tra i suoi richiami solo il segreto bancario”.
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