E’ un atteggiamento piuttosto confuso e francamente incomprensibile. L’Italia accusa San Marino di mancata collaborazione e parla di ripetuti casi di scarsa disponibilità allo scambio di informazioni utili, i dati invece dicono l’esatto contrario. Lo ha svelato l’AIF, l’agenzia di informazione contestando le affermazioni dell’analogo organismo italiano: se di ritardi si deve parlare allora quelli sono solo italiani. Tutte evase le richieste di collaborazione arrivate sul Titano, nel tempo standard di 17 giorni; tutte ancora da evadere invece le sollecitazioni sammarinesi ai colleghi italiani per ricevere informazioni su casi specifici. Ci sono 16 pratiche in attesa di risposta, che diventano 19 sommando le 3 che ancora giacciono a Roma dal 2009. Inspiegabile, quindi, la presa di posizione che, almeno stando ai numeri, apparirebbe del tutto fuori luogo. Nessun commento da Roma. Da noi sollecitato l’ufficio stampa di Bankitalia rimanda tutto a dopo ferragosto. Ma c’è di più. Secondo indiscrezioni dal Comando della Guardia di Finanza ci sarebbero state nei giorni scorsi apprezzamenti per i passi compiuti e riconoscimenti non solo per gli sforzi del Titano ma anche per le azioni concrete messe in campo per contrastare comportamenti illeciti. Ma dalla palazzina di via XX settembre tutto tace: Tremonti non accenna a modificare il suo atteggiamento di chiusura verso San Marino e il clima di ostilità resta alto, al punto da ventilare una presa di posizione negativa dell’Italia in merito all’esame del Moneyval sulla Repubblica. I misteri della politica.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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