Mentre in Italia è allarme pensioni con assegni sotto i 500 euro e un boom di anzianità, il Governo sammarinese mette mano ad un sistema previdenziale che pesa troppo sulle casse dello Stato. Il tema è delicato, in gioco ci sono equità, giustizia sociale e diritti acquisiti. Un dato di fatto: le pensioni minime sul Titano sono superiori a quelle italiane le quali ammontano, quest’anno, a 467 euro circa. A San Marino la minima raggiunge i 975 euro per 13 mesi. Vale anche per l’assegno sociale, anche se la differenza si riduce ad un centinaio di euro: 417 in Italia, 515 euro la pensione sociale sammarinese. Non significa che anche qui non esistano criticità. L’aumento del costo della vita pesa soprattutto su chi vive solo, non è autosufficiente e che con 1.200 euro – compreso l’assegno d’accompagnamento – deve pagare magari affitto, bollette, generi di prima necessità e badante. Circa 3000 vivono con la pensione minima, 639 con quella sociale. Ma c’è anche una nicchia privilegiata: 250 persone superano i 2.600 euro al mese. Nel servizio l’intervista ad Alberto Mino (Federazione pensionati CSdL)
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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