Il nuovo sistema contempla l’innalzamento graduale dell’età pensionabile fino a 65 anni anche se potrà essere derogato, per casi specifici, come ad esempio i lavori usuranti e più in generale per tutte quelle situazioni che risultano meritorie di una tutela più forte da parte dello Stato. Tale limite sarà raggiunto, a regime, nel 2021. Fino al 2007 si potrà continuare ad andare in pensione a 60 anni. Il sistema pensionistico rimarrà di tipo retributivo ma con l’ampliamento del periodo di riferimento per la determinazione della base imponibile previdenziale. Nello specifico per i lavoratori dipendenti passerà dagli attuali 5 a 10 anni; per quelli autonomi e i liberi professionisti , coinciderà, a regime, con l’intera durata della vita lavorativa anche se resteranno invariati i cosiddetti redditi minimi annui, sui quali calcolare i contributi previdenziali, qualora il reddito dichiarato sia di importo inferiore a quello minimo. Al fianco della previdenza obbligatoria, si introduce anche quella complementare; aggiungendo il principio della capitalizzazione in un sistema a ripartizione si avrà un sistema previdenziale misto in cui lo Stato non sarà più l’erogatore unico ed il controllore delle prestazioni che attengono alla previdenza ma verrà coadiuvato da soggetti terzi tramite strumenti giuridici fondati su un criterio di obbligatorietà .
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