Le prime indiscrezioni sui possibili interventi in materia fiscale risalgono alla fine di aprile. Da allora i commenti e le prese di posizione si sono ripetuti. Le prime obiezioni sono state quelle delle organizzazioni sindacali, che hanno manifestato contro il possibile impianto e ancora oggi mantengono una serie di perplessità. Chiedono equità e maggiore equilibrio. Certi passaggi non piacciono agli imprenditori, in primo luogo gli operatori turistici, preoccupati che non si verifichi l’auspicata incentivazione dei consumi e che il loro settore risulti il più colpito. Poi c’è la questione della minimun tax, abolizione del regime forfettario e l’introduzione dello scontrino fiscale. Artigiani e commercianti difendono gli strumenti di semplificazione contabile e quindi il forfettario, ricordano lo stato di difficoltà generale e invitano a non gravare ulteriormente sul prelievo fiscale. Lo stesso fanno i commercialisti, che proprio ieri non hanno nascosto dubbi e critiche all’intervento di ammodernamento del sistema tributario. Invitano ad agire sul contenimento delle spese per alleviare i problemi di bilancio pubblico e mettono in guardia sui rischi insiti in un incremento della pressione fiscale. Sul fronte politico, seppur tutti concordi sulla necessità di svecchiare il fisco, le opposizioni ribadiscono una serie di critiche. Avrebbero voluto un confronto più approfondito, si apprestano ad esaminare il testo in aula riservandosi la possibilità di presentare emendamenti ed aggiustamenti in fase di dibattito.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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