Frena l'inflazione a settembre a testimonianza di come lo sforzo della Bce di riportare i prezzi verso i livelli desiderati resta ancora da compiere, soprattutto in Paesi come l'Italia. Una difficoltà che la stessa Eurotower, così come il Fmi e altri osservatori, hanno legato a doppio filo con la scarsa dinamica di crescita dei salari.
L'Istat conferma dunque le stime, secondo cui l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività diminuisce dello 0,3% su base mensile e aumenta dell'1,1% rispetto a settembre 2016 (era +1,2% ad agosto). Si tratta del calo congiunturale più ampio da novembre 2015, quando fu rilevato un -0,4%.
Il livello dell'inflazione registrato dall'Istat a settembre comporta per le famiglie, 333 euro in più spesi in un anno, secondo la stima di Federconsumatori.
Bolzano la città con i prezzi 'salati'. Rispetto alla media italiana, - osserva Dona presidente dell'Unc - una famiglia ha un rialzo del costo della vita triplicato.
Per un nucleo di quattro componenti si ha, infatti, una spesa supplementare su base annua di 1.343 euro". Segue Milano, dove il rialzo dei prezzi dell'1,6% determina un aumento del costo della vita, per una famiglia di quattro persone, pari a 826 euro e, terza, Trento, dove l'inflazione dell'1,6% comporta un aggravio annuo di spesa di 817 euro.
Il trend degli ultimi tre mesi segna un ripiegamento, «a segnalare – si legge nella nota di Confcommercio – il permanere di difficoltà sul versante dei consumi.
Nonostante il graduale recupero in atto dalla seconda metà del 2014, la domanda delle famiglie non ha mai mostrato segnali di deciso miglioramento mantenendosi ancora molto distante dai livelli pre-crisi».
Dalla Coldiretti segnalano che "si fa sentire l’effetto siccità nel carrello della spesa con il rincaro dei prezzi dei vegetali freschi del 6,1% rispetto ad agosto e del 4,8% nel confronto con l'anno precedente rispetto al quale aumenta anche la frutta fresca del 2,9% con il calo dei raccolti causato dal gran caldo e dalla mancanza di pioggia".
VA
L'Istat conferma dunque le stime, secondo cui l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività diminuisce dello 0,3% su base mensile e aumenta dell'1,1% rispetto a settembre 2016 (era +1,2% ad agosto). Si tratta del calo congiunturale più ampio da novembre 2015, quando fu rilevato un -0,4%.
Il livello dell'inflazione registrato dall'Istat a settembre comporta per le famiglie, 333 euro in più spesi in un anno, secondo la stima di Federconsumatori.
Bolzano la città con i prezzi 'salati'. Rispetto alla media italiana, - osserva Dona presidente dell'Unc - una famiglia ha un rialzo del costo della vita triplicato.
Per un nucleo di quattro componenti si ha, infatti, una spesa supplementare su base annua di 1.343 euro". Segue Milano, dove il rialzo dei prezzi dell'1,6% determina un aumento del costo della vita, per una famiglia di quattro persone, pari a 826 euro e, terza, Trento, dove l'inflazione dell'1,6% comporta un aggravio annuo di spesa di 817 euro.
Il trend degli ultimi tre mesi segna un ripiegamento, «a segnalare – si legge nella nota di Confcommercio – il permanere di difficoltà sul versante dei consumi.
Nonostante il graduale recupero in atto dalla seconda metà del 2014, la domanda delle famiglie non ha mai mostrato segnali di deciso miglioramento mantenendosi ancora molto distante dai livelli pre-crisi».
Dalla Coldiretti segnalano che "si fa sentire l’effetto siccità nel carrello della spesa con il rincaro dei prezzi dei vegetali freschi del 6,1% rispetto ad agosto e del 4,8% nel confronto con l'anno precedente rispetto al quale aumenta anche la frutta fresca del 2,9% con il calo dei raccolti causato dal gran caldo e dalla mancanza di pioggia".
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