I numeri sono positivi, i progetti ambizioni, il futuro difficile. Per il presidente di Rimini Fiera è la prospettiva di crescita economica generale che rende arduo sbilanciarsi in previsioni. Lorenzo Cagnoni presenta il bilancio del primo semestre 2004 che è di segno positivo. “I numeri, sottolinea, ci attestano indiscutibilmente al terzo posto nella graduatoria fieristica nazionale”. Rispettate le previsioni di 51 milioni e mezzo di euro di volume della produzione. Il margine operativo lordo è di 19 milioni 800 mila euro mentre il consolidato – indicatore economico primario – è confermato in 64 milioni. I dati economici si inseriscono in una situazione fieristica che se nel 2003 era stata sostanzialmente stabile, nel 2004 mostra tratti di sofferenza in campo nazionale e internazionale. Con l’unica eccezione della Spagna, che presenta tassi di crescita a due cifre, nel resto d’Europa non è possibile sbilanciarsi in previsioni per il futuro. La strategia di Rimini Fiera è però quella di un forte movimento e di grande attenzione alle politiche dell’alleanza, in primis con Bologna e con il settore emiliano-romagnolo. Ma in cantiere ci sono eventi, nel settore del turismo, organizzati a Roma per la primavera del 2006 e a giorni verrà definita l’organizzazione di un circuito internazionale del festival del fitness a Madrid, Monaco, San Paolo, Pechino e Mosca. Tra le scelte già fatte, la nuova manifestazione-evento “Bike show Rimini” in calendario per la prossima primavera, l’edizione autunnale di Enada, organizzata a Roma e, nel gennaio 2006 una nuova manifestazione nel settore dell’abbigliamento sportivo che si terrà nel quartiere di Bologna. “La nostra impostazione, ricorda Cagnoni, è quella di conferirci il ruolo di operatore nazionale globale.” Per la situazione riminese invece, lo schema immaginato parte dal presupposto che un opera di indubbio valore pubblico e sociale qual è quella del Palacongressi di Rimini, non può che essere finanziata per quote importanti dal capitale pubblico, senza pretese di rendimento, mentre altre quote significative debbono pretendere rendimenti utili a sostenere il debito. Interessante e assolutamente innovativa la questione delle royalties, che gli albergatori potrebbero pagare (in una quota indicativa del 12%) per le presenze procurate dalla gestione del Palacongressi. “E’ una proposta ancora tutta da discutere ma se funzionerà, commenta Cagnoni, Rimini dimostrerà ancora una volta di avere fatto una cosa che altre città si sognano.”
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