Dopo cinque anni di recessione nel 2015 si prospetta una crescita del Pil dell'1% e nel consuntivo il disavanzo di bilancio potrebbe assestarsi al di sotto dei 24 milioni.
Il Pil ha perso circa il 24% nel quadriennio 2009-2012, ma nel 2015 potrebbe riprendersi di un punto percentuale. Ciò è avvenuto perché, si legge nel programma economico 2014 e come aveva sottolineato a suo tempo anche il Fondo Monetario, San Marino ha perso buona parte della ricchezza che proveniva dall'esterno: ora si passa ad un nuovo modello economico, non solo fondato sulla trasparenza, ma sulla consapevolezza che i servizi e le tutele sociali d'ora in avanti dovranno dipendere da un sistema capace di coprire per intero il costo di tali servizi, senza ricorrere al debito pubblico. “San Marino è diventato un paese reale”, si legge, quando fino a pochissimi anni fa i capisaldi poggiavano su segreto bancario, anonimato societario e differenziale fiscale. Poi però il sistema ha subìto una serie di shock, come lo scudo fiscale che ha pesantemente drenato i depositi bancari, l'inclusione in black list che ha costretto alla chiusura o al trasferimento in Italia di numerose imprese sammarinesi e la crisi globale. L'economia cerca di reagire, ma sempre l'FMI aveva stimato come alcune perdite difficilmente si recupereranno, un 75% è da considerarsi permanente, proprio a causa del cambiamento di modello economico. La storia recente racconta in modo puntuale cosa è avvenuto in pochi anni. Il settore manifatturiero ha retto fino al 2010 poi è crollato, il finanziario è responsabile del 25% della contrazione del Pil nel 2010, e quello delle attività immobiliari e servizi alle imprese è il maggior contribuente alla perdita subìta 4 anni fa con -34,4%. Intanto si parte però dai conti, il Titano si presenta con le carte in regola per quanto riguarda i rapporti tra debito (pari a 299 milioni di euro) e Pil e disavanzo, inizialmente previsto a 31 milioni e 423mila, ma che il consuntivo ha ridotto a 24, in trend calante, quindi passibile di ulteriore miglioramento. Cosa che ha potuto scongiurare la seconda tranche della patrimoniale inizialmente prevista, di ulteriori 10 milioni.
FB
Il Pil ha perso circa il 24% nel quadriennio 2009-2012, ma nel 2015 potrebbe riprendersi di un punto percentuale. Ciò è avvenuto perché, si legge nel programma economico 2014 e come aveva sottolineato a suo tempo anche il Fondo Monetario, San Marino ha perso buona parte della ricchezza che proveniva dall'esterno: ora si passa ad un nuovo modello economico, non solo fondato sulla trasparenza, ma sulla consapevolezza che i servizi e le tutele sociali d'ora in avanti dovranno dipendere da un sistema capace di coprire per intero il costo di tali servizi, senza ricorrere al debito pubblico. “San Marino è diventato un paese reale”, si legge, quando fino a pochissimi anni fa i capisaldi poggiavano su segreto bancario, anonimato societario e differenziale fiscale. Poi però il sistema ha subìto una serie di shock, come lo scudo fiscale che ha pesantemente drenato i depositi bancari, l'inclusione in black list che ha costretto alla chiusura o al trasferimento in Italia di numerose imprese sammarinesi e la crisi globale. L'economia cerca di reagire, ma sempre l'FMI aveva stimato come alcune perdite difficilmente si recupereranno, un 75% è da considerarsi permanente, proprio a causa del cambiamento di modello economico. La storia recente racconta in modo puntuale cosa è avvenuto in pochi anni. Il settore manifatturiero ha retto fino al 2010 poi è crollato, il finanziario è responsabile del 25% della contrazione del Pil nel 2010, e quello delle attività immobiliari e servizi alle imprese è il maggior contribuente alla perdita subìta 4 anni fa con -34,4%. Intanto si parte però dai conti, il Titano si presenta con le carte in regola per quanto riguarda i rapporti tra debito (pari a 299 milioni di euro) e Pil e disavanzo, inizialmente previsto a 31 milioni e 423mila, ma che il consuntivo ha ridotto a 24, in trend calante, quindi passibile di ulteriore miglioramento. Cosa che ha potuto scongiurare la seconda tranche della patrimoniale inizialmente prevista, di ulteriori 10 milioni.
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