La recessione ci ha cambiato, prima di tutto psicologicamente. Non si acquista più a cuor leggero, come un tempo. Spese oculate; attenzione sempre maggiore alla situazione economica del Paese. La relazione economico-statistica al nuovo Bilancio di Previsione dello Stato parla chiaro: i consumi sono praticamente stazionari, dal 2008, a causa del peggiorato clima di fiducia generale. Una tendenza solo parzialmente contenuta da iniziative quali la SMaC Card e il taglio di 2 punti della monofase. A dire il vero il reddito a disposizione delle famiglie non è stato intaccato significativamente dalla crisi. Nel 2009 è diminuito appena dello 0,2%, nonostante il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. In leggera crescita, invece, la spesa delle famiglie. L’ultimo dato parla di 32.900 euro all’anno: l’aumento – in 12 mesi – è stato di 137 euro; poco o nulla rispetto all’impennata del 2007. E tra la gente è il pessimismo a farla da padrone. Un’indagine dello scorso anno, su un campione dei cittadini, aiuta a fare chiarezza. La metà degli intervistati ha dichiarato che i propri consumi – rispetto al 2009 – sono rimasti invariati; il 43% in diminuzione; solo il 7% ritiene di aver speso di più.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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