Con la nuova settimana tornano anche i confronti sulla riforma del lavoro. Dopo una prima riunione venerdì tra Segreteria al Lavoro e parti sociali, si tornerà a dialogare martedì 9 maggio. Già fissata l'agenda degli incontri con sindacati e categorie, fanno sapere fonti di Governo. Tre le grandi questioni ancora aperte: lavoro interinale, tempo determinato e distacchi. Temi rimasti in sospeso nella legge di dicembre, come ricorda il settimanale economico Fixing. Novità su cui ragionare in un periodo particolarmente favorevole per l'economia sammarinese.
Positivi i principali indicatori sull'occupazione, come da Bollettino di statistica per il primo trimestre dell'anno. A marzo 2023 il tasso di disoccupazione totale era al 4,02% e quello in senso stretto al 2,20%, entrambi in miglioramento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. 664 i disoccupati totali al 31 marzo (-131 unità). Cresce anche il numero di imprese operanti in territorio.
Sugli interventi in sospeso si dovrà trovare la quadra entro fine giugno: limite per l'emissione dei decreti. Il confronto ripartirà dal lavoro subordinato a tempo determinato, per poi proseguire con gli altri dossier. Tra gli obiettivi: “contenere, ove possibile, l'utilizzo” di questo tipo di contratto, favorendo la stabilizzazione. Altro punto criticato soprattutto dai sindacati è il lavoro interinale. Anche qui, lo scopo è “armonizzarlo” con le norme sull'occupazione “rafforzando però le limitazioni”, così da renderlo uno strumento di flessibilità per “reali picchi di lavoro”. Terza questione: i distacchi, guardando alle leggi europee e alla semplificazione, ma con più controlli. “Mi aspetto un confronto costruttivo e di prospettiva”, afferma il segretario al Lavoro, Teodoro Lonfernini che, tra le altre cose, punta a un sistema aggiornato guardando ai tempi attuali e al rapporto con l'Ue.
In Italia, intanto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto lavoro. Tra le principali novità: il nuovo strumento che sostituirà il reddito di cittadinanza, insieme a un nuovo taglio del cuneo fiscale di 4 punti e l'aumento a 3mila euro del tetto di esenzione dei fringe benefit per i dipendenti con figli.