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Riforma pensioni: le proposte dei sindacati

3 ago 2005
Riforma pensioni: le proposte dei sindacati
Tra i punti cruciali in discussione c’è quello dell’età pensionabile. La proposta del Governo di innalzare per tutti la soglia della pensione a 65 anni incontra la netta contrarietà del sindacato che chiede progressione e una maggiore gradualità. Rispetto ai requisiti anagrafici e contributivi, in cui si prevede il diritto di andare in pensione a 60 anni con una anzianità contributiva di 40 anni, la CSU chiede di verificare altre forme di flessibilità, ad esempio l’ipotesi del collocamento a riposo con 61 anni di età e 39 di contribuzione o 62 e 38 e così via. Rispetto al tema dei disincentivi e incentivi è troppo penalizzante, per il sindacato, la percentuale di riduzione annuale prevista per chi intende andare in pensione prima dei 65 anni e con almeno 35 di contributi. La proposta del Governo stabilisce che, in questi casi, il trattamento pensionistico sia ridotto del 5% per ogni anno che manca ai 65 previsti. Circa l’adeguamento della pensione minima, la CSU propone di fissare in 1.400/1.500 euro rispetto ai 1.000 previsti dal Governo l’importo annuo complessivo dei redditi diversi dalla pensione, oltre il quale non si ha diritto all’integrazione. Il sindacato conferma inoltre la propria contrarietà rispetto alla scelta del Governo di non affrontare temi quali la determinazione del reddito minimo per i lavoratori autonomi e chiede di inserire, nelle legge di riforma, l’istituzione di un contributo improntato all’equità e alla solidarietà tra lavoratori e assicurati. Infine la CSU sottolinea il problema delle risorse economiche necessarie per finanziarie il sistema previdenziale e rinnova al Governo la richiesta di attuare una riforma fiscale e un intervento organico sulle rendite catastali, per superare quelle aree di elusione che sottraggono al bilancio dello Stato ingentissime risorse.

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