Le critiche del Governo e degli industriali non fermano la CSU che rimanda all’attivo dei quadri del 27 novembre la decisione sullo sciopero generale, ma intanto proclama la mobilitazione dei lavoratori, pubblici e privati, ultimo atto di un braccio di ferro che dura da mesi. Il no definitivo dell’Anis al contratto industria chiude una serie di trattative mai concretizzate ed è il sintomo di un rapporto difficile, pieno di tensioni, dispute, incomprensioni. Fino a quando l’economia sammarinese procedeva a gonfie vele industriali e sindacati hanno sempre trovato punti di convergenza. Oggi la crisi attanaglia il paese, i disoccupati sono raddoppiati, la cassa interazione è ai massimi storici, e le differenze emergono con prepotenza. La mancata firma del 9 luglio ha ulteriormente allontanato le parti. La CSU chiama in causa anche il governo e gli chiede di fare pressioni sugli industriali per convincerli a firmare. Dichiara la mobilità per riaprire il tavolo tripartito, rilanciare occupazione e l’economia. Chiede la rapida approvazione della nuova legge sugli ammortizzatori sociali, a cui l’Anis ha già detto no. Una politica di contrasto al lavoro nero e irregolare e la corretta applicazione della legge per la sicurezza sui luoghi di lavoro. E vuole la certezza che la riforma complessiva del sistema previdenziale sarà attuata.
Myriam Simoncini
Myriam Simoncini
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