L’indice PMI manifatturiero chiude l’ultimo trimestre dell’anno attestandosi a 48,5 punti contro i 53,1 rilevati nel secondo trimestre. Il dato conferma la contrazione avvenuta nei mesi estivi dopo il rialzo registrato nel trimestre precedente. Nello specifico sono diminuite la produzione, i nuovi ordini e l’attività di acquisto del settore manifatturiero. L’Ufficio programmazione economica ricorda che il PMI è considerato un indice economico attendibile relativo al breve termine, perché riflette le condizioni delle imprese nel settore manifatturiero e nel contesto economico generale. Oltre i 50 punti, l’indice segna la crescita e l’espansione del comparto, sotto i 50 punti implica una contrazione o un declino. E sul Titano, da un trimestre all’altro, i punti persi sono 5,6. "Ce lo aspettavamo", commenta Carlo Giorgi, direttore dell’Anis che collabora con l’Ufficio programmazione economica alla definizione di questo dato. Il calo nelle vendite ha mangiato l’incremento che si era registrato nei primi 6 mesi dell’anno. "Agganciare la ripresa sarà dura. Diciamo da tempo che il 2011 sarà difficile", conclude Giorgi. E queste sono le premesse.
Sonia Tura
Sonia Tura
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