La protesta dei dipendenti del settore bancario si sposta al confine di Dogana, in Piazza Tini, dove si affacciano le sedi di Bac e Carisp, i due istituti che con Bsm sono chiusi da venerdì per l'agitazione dovuta al rinnovo del contratto scaduto da 13 anni. Slogan, cartelli che accompagnano le richieste finora rimaste senza risposta. 'Un silenzio assordante', lo definiscono: "È incredibile che dopo quattro giorni di sciopero, - scrivono i manifestanti - che ha visto una adesione massiccia dei lavoratori bancari, i vertici delle Banche stiano impiegando tutto questo tempo per avanzare una proposta degna di essere discussa in assemblea. È possibile che l’Associazione Bancaria sammarinese, ed in particolare il suo Presidente, non abbia un mandato ampio per mettersi al tavolo con le RSA ed il Sindacato e risolvere questa vertenza? Sono solo i dipendenti che si stanno preoccupando per i disagi?".
Il settore aspetta nelle prossime ore una proposta ufficiale che 'sia dignitosa e concreta', tale da poter essere discussa da parte dell’assemblea dei lavoratori bancari.
Primi disagi per la cittadinanza con alcuni sportelli bancomat che non erogano più denaro, difficoltà anche per gli operatori economici, alcuni lamentano di non essere riusciti a pagare i fornitori, ma per la maggioranza di commercianti e artigiani, l'operatività non è compromessa, come confermano Usc e Unas. L'utilizzo dell'home banking per tributi e contributi, è orami prassi consolidata. Diverso il discorso per la grande distribuzione, con la necessità di versamenti più frequenti. Ma c'è da dire che alcuni istituti informano che gli Atm più evoluti presenti in diverse castelli, sono attivi.
Dal 9 febbraio, in ogni caso, il Paese è diviso tra chi minaccia di spostare i conti correnti, appena le funzionalità torneranno a regime, e chi invece ritiene giusta la protesta.
Sul fronte politico si registra la disponibilità del Segretario al Lavoro quale mediatore della vertenza.