Era l'occasione propizia per raccogliere suggerimenti e osservazioni, e così è stato. Tanti gli insegnanti - tutti precari, chiamati ad incarichi di supplenza – che hanno risposto all'appello dei sindacati per dire la loro sulla proposta di modifica alla disciplina di valutazione dei titoli e dei punteggi che determinano la formazione delle graduatorie per incarichi e supplenze, avanzata dalla Segreteria di Stato all'Istruzione. “La filosofia della vecchia legge – spiega Riccardo Stefanelli (Federazione Pubblico Impiego CDLS) – prevedeva pochi titoli ma molto qualificati, ovvero dottorati di ricerca, seconde lauree e corsi di specializzazione post-laurea almeno biennali; la nuova proposta, invece, integra questi titoli con i master e i più disparati corsi di formazione; questo se da una parte rende la norma più elastica portando a formazione e aggiornamento continui, dall'altra genera difficoltà perché implica una forsennata 'corsa ai corsi' (alcuni anche piuttosto costosi e non sempre qualificati) per riuscire a racimolare punteggi che consentano di non retrocedere in graduatoria. In Italia stessa tendenza e relative contestazioni degli interessati. Dagli insegnanti sammarinesi allora, una prima richiesta: che almeno si valutino solo i corsi di peso, di qualità. Altro problema: se la proposta della Segreteria di Stato entrasse in vigore – osserva ancora Stefanelli - si andrebbero a scardinare di colpo i criteri adottati fino ad oggi con il risultato di ridiscutere le varie posizioni in graduatoria maturate nel tempo. Due questioni sicuramente spinose: i sindacati si dicono pronti a chiedere modifiche all'impostazione di un provvedimento sfavorevole verso personale già sfavorito per sua natura in quanto precario.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
Riproduzione riservata ©