Quella che dovrebbe essere una priorità resta in fase di stallo. Eppure, sono oltre 18mila i lavoratori con il contratto scaduto ormai da troppo tempo. Un mese fa, sul fronte privato, l’ultimo incontro tra Assoindustria e Centrale Sindacale Unitaria. Da allora, salvo colloqui informali, nessun passo avanti. La CSU accusa l’ANIS di voler fare la parte del leone, sempre e comunque: gestire unilateralmente gli orari di lavoro, non riconoscere l’adeguamento delle retribuzioni all’inflazione, introdurre i “patti in deroga”. Tentare, insomma, di utilizzare la crisi come pretesto per cancellare diritti conquistati dai lavoratori in anni di lotte. Rammaricati di non essere stati invitati all’ultimo confronto, i rappresentanti dell’Unione Sammarinese Lavoratori intendono chiedere al più presto un incontro alla Segretaria di Stato per il Lavoro. Ritengono imprescindibile, per il prosieguo della trattativa, la condivisione degli obiettivi tra chi lavora e chi dà lavoro. Bisogna seguire la via del compromesso. I frutti, per l’USL, vanno spartiti, senza che una parte prevalga sull’altra. “Ma l’imprenditore con I maiuscola questo lo sa già”. Complessa la situazione anche per il contratto del pubblico impiego. Da una parte il Governo che presenta le prime bozze; dall’altra CSdL e CDLS che già le ritengono inaccettabili laddove puntino al rinnovo della parte economica a costo zero. Un aspetto, questo, che va indubbiamente discusso – concorda l’USL – ma ci sono parti della bozza anche favorevoli come l’ampliamento dei requisiti per accedere al part-time, l’aumento delle ferie. Per il terzo sindacato è infine sbagliato affrontare, insieme allo stesso tavolo, il problema del precariato - che va risolto in tempi brevi - e i rinnovi contrattuali che, invece, necessitano di una discussione più lunga. Rispetto agli altri rinnovi, la CSU precisa che finora vi sono stati solo timidi contatti con le associazioni che rappresentano le imprese commerciali.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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