A un mese soltanto dalla sottoscrizione dell’accordo, già si rincorrono voci sulla mancata adesione al circuito SMaC da parte di molti artigiani perché ritenuto troppo oneroso. Voci categoricamente smentite da Pio Ugolini, direttore dell’UNAS. “Per una concomitanza di ragioni, da problemi burocratici alla chiusura delle attività per le ferie di agosto, ancora non si è operativi – spiega Ugolini - ma possiamo già contare 50 contratti di pre-adesione pervenuti all’associazione, il che tradotto significa 25-30 attività pronte a partire con la Smac a fine mese”. Il settore era stato inizialmente escluso dal circuito per l’incidenza relativamente bassa dell’imposta indiretta; si è quindi ritenuto opportuno di concedere al cittadino attraverso la SMaC uno “sconto” del 2% - ossia una percentuale di valore aggiunto per ulteriori spese - totalmente a carico degli artigiani, e a costo zero per lo Stato. “In sostanza – precisa Ugolini – è stato chiesto agli associati uno sforzo per "fare sistema", allineandosi alle altre attività economiche già operative. Importante soprattutto adesso con la crisi in atto. E comunque – conclude – ci sono già buoni riscontri”. Dello stesso avviso anche Luigi Tontini, Presidente dell’OSLA che con l’UNAS condivide una parte di associati del settore artigianale. “L’iniziativa è valida per le attività ma ancor di più per il consumatore. Se si parla di remore da parte degli artigiani - dichiara – sono da attribuire solo alla novità dell’iniziativa e non per una questione di oneri: quando si inizia un percorso è sempre difficile comprenderne da subito i reali effetti. Il 2% a carico degli aderenti va visto non come un mero esborso di denaro e quindi una perdita, bensì come forma di pubblicità all’azienda, un incentivo all’acquisto per i clienti che può rivelarsi un buon investimento futuro.
Osla - ribadisce infine – ritiene comunque che la Smac debba essere maggiormente gestita dalle associazioni in termini di marketing, lasciando allo Stato la funzione di controllo”.
Silvia Pelliccioni
Osla - ribadisce infine – ritiene comunque che la Smac debba essere maggiormente gestita dalle associazioni in termini di marketing, lasciando allo Stato la funzione di controllo”.
Silvia Pelliccioni
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