Gli insoluti verso il fisco rischiano di diventare un caso. I commercianti non hanno gradito le raccomandate dell'Ufficio Tributario, ricevute in questi giorni, in cui li si informa della nuova procedura del sequestro cautelativo. In pratica, di fronte a pagamenti non onorati da parte degli esercenti, l'ufficio provvederà a trattenere dal rimborso della Smac Card la cifra dovuta. “Nulla da obiettare sulla ricerca di uno strumento per tutelare lo Stato – spiega il Presidente dell'USC, Carlo Lonfernini – ma una simile procedura deve valere per tutti e non solo per qualcuno”. Il riferimento di Lonfernini è, in particolare, al fatto che l'adesione alla Smac Card non è obbligatoria. Di conseguenza rischierebbe di essere penalizzato chi ha scelto di contribuire al rilancio dei consumi, al contrario di chi, invece, ha preferito starne fuori. Tutto sarebbe partito dalla impostazione del programma informatico del tributario, che non tenendo in considerazione i tempi necessari alle banche per trasferire i dati di un avvenuto pagamento, considererebbe insoluto anche un pagamento effettuato a ridosso della data di scadenza. Di qui le lettere per il recupero. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Di fatto questa situazione ha messo in luce la capacità della Smac Card di diventare uno strumento di controllo fiscale e di lotta all'evasione. Gli stessi commercianti non ci troverebbero nulla da ridire, a patto però, sottolinea Lonfernini, che si definisca meglio il regolamento della Smac, che oggi non prevede questa funzione e che, ovviamente, venga resa obbligatoria per tutti i soggetti economici, nessuno escluso.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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