La Cassa di Risparmio nel corso dell’aumento di capitale attuato nel 2016 avrebbe gonfiato il valore di un asset immobiliare e questo avrebbe portato il capitale della banca a un adequacy ratio dell’11,4% rispettando così i requisiti richiesti dal regolatore. Il Sole 24 ore riprende il documento interno del Fondo monetario internazionale datato 29 marzo, che dovrebbe essere presentato al prossimo meeting dello staff del comitato esecutivo del Fmi. Un documento dai toni pesanti, scrive Stefano Elli, sia per il consesso in cui verrà esibito, sia per le ripercussioni che potrebbe avere sul futuro immediato della Cassa di Risparmio.
La segnalazione al Fondo è stata inviata dalla Banca Centrale che, si afferma nel documento, è impegnata a investigare in modo approfondito sulla tematica, anche per appurare la posizione finanziaria della Cassa nell’attuale fase di ricognizione della qualità degli Aqr. Nello stesso documento, prosegue il giornalista de Il Sole 24 ore, si dà conto delle decisioni prese dallo stesso organo di vigilanza sul commissariamento di Asset Banca, che venerdì scorso ha presentato istanza di sospensione cautelare del provvedimento. Dunque, prosegue Elli, la branch del Fondo guidata da Carlo Cottarelli, sembra intenzionata a “stringere” lo zoom sulla Cassa, peraltro già “colpita” dalla delibera del Governo che ha deciso di anticipare di un mese la scadenza naturale del Consiglio di amministrazione. Cassa, puntualizza, è protagonista di un’altra partita: quella dei 2 miliardi di Npl del sistema bancario locale per i quali si sta cercando un compratore.
Curioso il fatto che l’Fmi, con la sua “potenza di fuoco” transnazionale, si occupi di una sola operazione che riguarda un solo immobile. Anche se nel documento non si fa riferimento a operazioni specifiche, precisa Elli, uno dei principali conferimenti avvenuti in quel periodo è quello dell’immobile della Silo Molino Forno, sede della Fondazione della Cassa di risparmio. L’operazione secondo fonti che vengono attribuite vicine alla Cassa, sarebbe stata effettuata a valori che sono stati determinati da periti ed esperti contabili, sammarinesi e italiani, i quali si sono espressi sulla congruità di tale partecipazione. Si parla di circa 9,5 milioni (su un rafforzamento patrimoniale complessivo superiore a 60 milioni). Dunque se il valore del “Silo” fosse stato gonfiato di quattro volte, quello reale sarebbe stato di poco superiore a 2,3 milioni di euro.
L'articolo si chiude con un altro riferimento sulle stime immobiliari e questa volta riguarda il Cis. La Edilgestioni spa, che risulta avere come asset principale un terreno edificabile, sia pure «di ampia estensione e situato in una zona di pregio industriale», rimarca Elli, è stata iscritta nel bilancio del Credito industriale sammarinese, dopo una perizia del dicembre 2015, per un valore pari a 110 milioni 787mila 300 euro.
La segnalazione al Fondo è stata inviata dalla Banca Centrale che, si afferma nel documento, è impegnata a investigare in modo approfondito sulla tematica, anche per appurare la posizione finanziaria della Cassa nell’attuale fase di ricognizione della qualità degli Aqr. Nello stesso documento, prosegue il giornalista de Il Sole 24 ore, si dà conto delle decisioni prese dallo stesso organo di vigilanza sul commissariamento di Asset Banca, che venerdì scorso ha presentato istanza di sospensione cautelare del provvedimento. Dunque, prosegue Elli, la branch del Fondo guidata da Carlo Cottarelli, sembra intenzionata a “stringere” lo zoom sulla Cassa, peraltro già “colpita” dalla delibera del Governo che ha deciso di anticipare di un mese la scadenza naturale del Consiglio di amministrazione. Cassa, puntualizza, è protagonista di un’altra partita: quella dei 2 miliardi di Npl del sistema bancario locale per i quali si sta cercando un compratore.
Curioso il fatto che l’Fmi, con la sua “potenza di fuoco” transnazionale, si occupi di una sola operazione che riguarda un solo immobile. Anche se nel documento non si fa riferimento a operazioni specifiche, precisa Elli, uno dei principali conferimenti avvenuti in quel periodo è quello dell’immobile della Silo Molino Forno, sede della Fondazione della Cassa di risparmio. L’operazione secondo fonti che vengono attribuite vicine alla Cassa, sarebbe stata effettuata a valori che sono stati determinati da periti ed esperti contabili, sammarinesi e italiani, i quali si sono espressi sulla congruità di tale partecipazione. Si parla di circa 9,5 milioni (su un rafforzamento patrimoniale complessivo superiore a 60 milioni). Dunque se il valore del “Silo” fosse stato gonfiato di quattro volte, quello reale sarebbe stato di poco superiore a 2,3 milioni di euro.
L'articolo si chiude con un altro riferimento sulle stime immobiliari e questa volta riguarda il Cis. La Edilgestioni spa, che risulta avere come asset principale un terreno edificabile, sia pure «di ampia estensione e situato in una zona di pregio industriale», rimarca Elli, è stata iscritta nel bilancio del Credito industriale sammarinese, dopo una perizia del dicembre 2015, per un valore pari a 110 milioni 787mila 300 euro.
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