Alma Laurea e L'Istat hanno misurato la spendibilità del titolo al termine degli studi e il panorama nonostante la crisi appare confortante per le lauree in ingegneria. Sono queste le facoltà che offrono maggiori sbocchi occupazionali: gli ingegneri, dopo cinque anni di studi, possono contare su un posto a tempo indeterminato nell'82% dei casi, in particolare se si è specializzati in ingegneria civile, meccanica, ingegneria delle telecomunicazioni o chimica.
Il corso di laurea in Ingegneria Civile dell'Università degli Studi di San Marino, che eroga un titolo congiunto con l'Università di Modena e Reggio Emilia legalmente valido sia in Italia che in Repubblica, si conferma in grado di contrastare anche i dati più pessimistici relativi alla disoccupazione giovanile degli ultimi anni. Il corso di laurea in Ingegneria Civile vanta, infatti, un tasso di occupazione pari al 99% ad un anno dalla laurea. In generale diversa la situazione per i laureati in lettere, psicologia e nelle discipline umanistiche: per loro la differenza non sta solo nella possibilità di un contratto, ma anche nella retribuzione, più bassa di circa 300 euro al mese rispetto ai colleghi delle aree medica e tecnica.
La situazione occupazionale si differenzia molto per lauree triennali o specialistiche e i risultati che emergono sono differenti a breve o a medio termine.
Se in una laurea di primo livello si cerca la certezza di ottenere presto un posto di lavoro, meglio puntare sulle facoltà che preparano alle professioni sanitarie, come infermieristica oppure ostetricia.
A un anno dalla conclusione degli studi l'84% ha già un posto, con un contratto a tempo indeterminato e un buon livello di retribuzione. Si tratta di percorsi professionalizzanti di cui c'è una forte domanda.
Per tutte le altre discipline, invece, meglio proseguire con una laurea specialistica: la triennale sembra non offrire chance a lungo termine, e anche chi trova presto un lavoro vede crescere più lentamente la propria carriera rispetto ai colleghi specializzati. Chi ha una laurea in psicologia, biologia o ingegneria quattro volte su cinque prosegue gli studi; un dato ancora più vero per i gruppi economico-statistico, politico-sociale e letterario.
Al termine delle lauree magistrali o di secondo livello il quadro è molto diverso: i medici ottengono buoni risultati a cinque anni dalla laurea, dopo aver conseguito la specializzazione o aver completato il tirocinio.
Lo stesso vale per gli studi giuridici, mentre ingegneri, architetti e laureati in economia continuano ad essere avvantaggiati sia per le possibilità di lavoro che per i livelli retributivi.
Non bisogna sottovalutare il rapporto tra titolo di studio e occupazione: i laureati magistrali o di secondo livello risultano in grado di reagire meglio ai cambiamenti del mercato del lavoro, e nell'intero arco della vita lavorativa il titolo si rivela premiante. Rispetto a chi ha solo il diploma, i "dottori" hanno un 10% in più di possibilità di ottenere un lavoro e guadagnano in media il 65% in più dei colleghi senza laurea.
Il corso di laurea in Ingegneria Civile dell'Università degli Studi di San Marino, che eroga un titolo congiunto con l'Università di Modena e Reggio Emilia legalmente valido sia in Italia che in Repubblica, si conferma in grado di contrastare anche i dati più pessimistici relativi alla disoccupazione giovanile degli ultimi anni. Il corso di laurea in Ingegneria Civile vanta, infatti, un tasso di occupazione pari al 99% ad un anno dalla laurea. In generale diversa la situazione per i laureati in lettere, psicologia e nelle discipline umanistiche: per loro la differenza non sta solo nella possibilità di un contratto, ma anche nella retribuzione, più bassa di circa 300 euro al mese rispetto ai colleghi delle aree medica e tecnica.
La situazione occupazionale si differenzia molto per lauree triennali o specialistiche e i risultati che emergono sono differenti a breve o a medio termine.
Se in una laurea di primo livello si cerca la certezza di ottenere presto un posto di lavoro, meglio puntare sulle facoltà che preparano alle professioni sanitarie, come infermieristica oppure ostetricia.
A un anno dalla conclusione degli studi l'84% ha già un posto, con un contratto a tempo indeterminato e un buon livello di retribuzione. Si tratta di percorsi professionalizzanti di cui c'è una forte domanda.
Per tutte le altre discipline, invece, meglio proseguire con una laurea specialistica: la triennale sembra non offrire chance a lungo termine, e anche chi trova presto un lavoro vede crescere più lentamente la propria carriera rispetto ai colleghi specializzati. Chi ha una laurea in psicologia, biologia o ingegneria quattro volte su cinque prosegue gli studi; un dato ancora più vero per i gruppi economico-statistico, politico-sociale e letterario.
Al termine delle lauree magistrali o di secondo livello il quadro è molto diverso: i medici ottengono buoni risultati a cinque anni dalla laurea, dopo aver conseguito la specializzazione o aver completato il tirocinio.
Lo stesso vale per gli studi giuridici, mentre ingegneri, architetti e laureati in economia continuano ad essere avvantaggiati sia per le possibilità di lavoro che per i livelli retributivi.
Non bisogna sottovalutare il rapporto tra titolo di studio e occupazione: i laureati magistrali o di secondo livello risultano in grado di reagire meglio ai cambiamenti del mercato del lavoro, e nell'intero arco della vita lavorativa il titolo si rivela premiante. Rispetto a chi ha solo il diploma, i "dottori" hanno un 10% in più di possibilità di ottenere un lavoro e guadagnano in media il 65% in più dei colleghi senza laurea.
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