Tutt'altra lettura da parte dell'Anis rispetto a quella della Segreteria al Lavoro sul nuovo testo del progetto di legge sullo sviluppo: “Nonostante l’impegno della nostra associazione nell’offrire proposte e supporto per migliorare il disegno di legge – riferiscono gli industriali - e nonostante le assicurazioni di ascolto date anche pubblicamente, le istanze presentate sono state di fatto ignorate e le modifiche apportate alle successive versioni del progetto risultano addirittura peggiorative”. Anis chiede ancora una volta il ritiro del provvedimento, di cui si ritiene impossibile allo stato attuale una positiva e costruttiva riconversione. “Fino ad allora – concludono - non saremo più disponibili a proseguire il confronto”.
Capitolo decreti banche: per Anis “la trasformazione del credito d’imposta in debito aggrava inutilmente la posizione del Paese in quanto trasforma un beneficio fiscale – tra l’altro solo eventuale – in debito certo (circa 150 milioni di euro) che inevitabilmente ricadrà su tutti i cittadini. Situazione inaccettabile in un momento di così gravi ristrettezze per le casse dello Stato”. Gli Industriali – riporta la nota stampa dell'Anis - non sono mossi da intenti politici, bensì unicamente dalla seria preoccupazione per il futuro di questo Paese e per la continuità delle proprie imprese. Le polemiche del Segretario all’Industria sulle legittime reazioni degli imprenditori risultano pertanto inopportune e pretestuose. Tutte le scelte di partecipazione o meno a manifestazioni pubbliche sono, e devono rimanere, libere e lecite. Per inciso, - spiegano - l'adesione delle organizzazioni sindacali aderiscono all’iniziativa di oggi pomeriggio, i loro rappresentanti presenti beneficerebbero di permessi retribuiti pagati dalle nostre aziende. Il nostro obiettivo è creare ricchezza nel Paese. Siamo convinti - concludono - che per uscire da questa grave crisi sia necessario trattenere le aziende esistenti e attrarne di nuove, creando un circolo virtuoso di lavoro, opportunità e quindi nuovo benessere e serenità, di cui abbiamo profondamente bisogno”.
Capitolo decreti banche: per Anis “la trasformazione del credito d’imposta in debito aggrava inutilmente la posizione del Paese in quanto trasforma un beneficio fiscale – tra l’altro solo eventuale – in debito certo (circa 150 milioni di euro) che inevitabilmente ricadrà su tutti i cittadini. Situazione inaccettabile in un momento di così gravi ristrettezze per le casse dello Stato”. Gli Industriali – riporta la nota stampa dell'Anis - non sono mossi da intenti politici, bensì unicamente dalla seria preoccupazione per il futuro di questo Paese e per la continuità delle proprie imprese. Le polemiche del Segretario all’Industria sulle legittime reazioni degli imprenditori risultano pertanto inopportune e pretestuose. Tutte le scelte di partecipazione o meno a manifestazioni pubbliche sono, e devono rimanere, libere e lecite. Per inciso, - spiegano - l'adesione delle organizzazioni sindacali aderiscono all’iniziativa di oggi pomeriggio, i loro rappresentanti presenti beneficerebbero di permessi retribuiti pagati dalle nostre aziende. Il nostro obiettivo è creare ricchezza nel Paese. Siamo convinti - concludono - che per uscire da questa grave crisi sia necessario trattenere le aziende esistenti e attrarne di nuove, creando un circolo virtuoso di lavoro, opportunità e quindi nuovo benessere e serenità, di cui abbiamo profondamente bisogno”.
Riproduzione riservata ©