Cinque mesi di lavoro riassunti in una ottantina di raccomandazioni destinate ad essere protagoniste del dibattito politico. Saranno infatti i tagli individuati dalla squadra della spending review la cartina di tornasole, per il governo, della volontà di fare sul serio. Il crollo delle entrate e le uscite fuori misura, chiedono un contenimento forte della spesa. Insomma bisogna tagliare e non in maniera simbolica. Alla riforma fiscale, che dovrebbe arrivare in Consiglio alla fine di giugno, il compito di riparametrare le cose. Alle politiche di sviluppo quello di recuperare nuove entrate. Ma intanto bisogna darsi una ridimensionata. Fra una decina di giorni, i consiglieri si troveranno a discutere i tagli individuati dal gruppo della spending review insieme alla legge sullo sviluppo e al decreto sulla patrimoniale. Diversi i centri di costo, ha anticipato il Segretario alle finanze. I più importanti si concentrano sul personale, i trasferimenti agli enti del settore pubblico allargato, su appalti e forniture. Ma le raccomandazioni dei tecnici si soffermano in modo particolare sul nostro sistema del welfare e sulla sanità. Molte le cose che non funzionano, troppe le aree di spreco. L'Istituto per la sicurezza sociale è a tutt'oggi completamente sganciato dal resto della macchina pubblica: dagli stipendi, all'organizzazione del lavoro, a quella delle strutture interne che paiono spesso sovradimensionate rispetto alle reali necessità. Il Fondo Monetario Internazionale indicava tagli per almeno 30 - 40 milioni di euro. Un obiettivo possibile, a quanto pare, se le raccomandazioni della spending review saranno rispettate.
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