A pochi giorni dalla fine del lockdown tante attività commerciali e turistiche non hanno ancora aperto a San Marino, in particolare nel centro storico. Per Usot e Usc servono finanziamenti a fondo perduto e più rapidità delle banche nell'erogazione di quelli con garanzia dello Stato. L'Anis pensa ad un piano per il paese.
Il lockdown è ormai alle spalle ma non certo la crisi economica da emergenza covid e si paventa che il peggio debba ancora arrivare. Molti esercenti, nonostante il via libera dal 18 maggio, tengono la serranda abbassata, soprattutto in centro storico. Tanti i problemi a partire dalla liquidità: “O le banche ci danno subito i prestiti nella misura che ci serve – afferma il Presidente Usot Luigi Sartini - oppure abbiamo bisogno dell'intervento dello Stato diretto perché molti non hanno le forze per poter riaprire”.
E alle difficoltà economiche, dice Sartini, si è aggiunto quello dei protocolli di sicurezza cambiati all'ultimo, per ristoranti e alberghi: “Le regole dell'Emilia Romagna – commenta Sartini – sono molto più semplici e snelle”. Critica sui protocolli anche l'Usc, in particolare per i piccoli negozi del centro storico: “Se continuiamo a mantenere la regola dei 40 metri quadrati – osserva la Presidente Usc Marina Urbinati – non potremo riaprire molte piccole attività, perché non potremo far entrare nessun cliente”.
Le misure messe in campo a sostegno delle attività commerciali e turistiche, ad ogni modo, non sono sufficienti e Marina Urbinati lancia una proposta 'provocatoria': “L'unica cosa che ci poteva essere di aiuto – dichiara – era il blocco totale di tutti i pagamenti allo Stato”. La Presidente Usc lamenta inoltre difficoltà con le banche nell'erogazione dei finanziamenti con garanzia pubblica: “Se pensiamo che ad un'azienda basta avere poche migliaia di euro di mancati pagamenti pregressi, per essere considerati un cattivo pagatore, non riusciamo a trovare neanche lì una porta aperta”.
Commercio e turismo dunque lanciano un grido d'allarme e una richiesta d'aiuto con interventi rapidi. Ma anche per il settore industriale, che durante il lockdown ha continuato ad operare - sia pure a regime ridotto - c'è urgente necessità di liquidità e la Presidente Anis Neni Rossini ritiene fondamentale una visione di prospettiva: “Serve un piano di sviluppo per il futuro – afferma – che si leghi alla capacità del paese di trovare nuovi investitori e fondi per poter dare alla macchina del nostro sistema nuova linfa per andare avanti. Un piano strategico – conclude - che ci consenta di costruire il nostro futuro”.