È un balletto oramai cronico, quello dell’affluenza turistica i numeri, che ogni anno, a fine stagione, non mette d’accordo nessuno. Sui numeri si litiga, si sommano le interpretazioni, si inseguono le polemiche e le difese corporative. A Rimini, quest’anno, si è forse passato il segno, con strali volati tra amministratori e ricercatori, fra il Comune e l’Osservatorio Regionale del Turismo. Galeotti i diversi numeri che emergono dalle statistiche della Provincia e della Regione. Nel primo caso la riviera riminese avrebbe registrato un incremento di presenze, nel secondo invece una flessione del 2,5%, che in un periodo di crisi economica così pesante equivale quasi ad una tenuta del sistema della vacanza. Gli addetti ai lavori non concordano e ritengono che invece Rimini avrebbe dovuto godere della ridotta disponibilità degli italiani, costretti a vacanze di più breve raggio e quindi più propensi a tornare sui lidi romagnoli. Difficile, come sempre, capire chi, alla fine, ha dalla sua tutte le ragioni. Sul Titano si attendono i dati ufficiali dell’Osservatorio sul Turismo e la loro divulgazione. Stando ad una prima lettura superficiale arrivi e presenze ricalcherebbero quelle dell’estate precedente e questo, sempre in considerazione del difficile momento economico, rappresenterebbe un buon risultato, considerato anche le condizioni atmosferiche che, come sempre, giocano un ruolo non trascurabile nell’affluenza di visitatori del Titano.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©